Giustizia: Bindi, dare dignita’ giuridica autonoma a testimoni

Rosi-Bindi-01-06Roma – “Di fronte all’inadeguatezza dell’impianto legislativo strutturale, vogliamo chiedere al parlamento di dare dignita’ autonoma nell’ordinamento giuridico del nostro Paese alla figura del testimone di giustizia”. Lo ha detto il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, intervenendo al seminario di presentazione della “Carta dei diritti e dei doveri per la protezione dei testimoni e dei collaboratori di giustizia”. “Il rapporto tra Stato e collaboratori di giustizia – ha ricordato Bindi – e quello fra Stato e testimoni di giustizia sono completamente diversi: il testimone e’ un libero cittadino, spesso completamente estraneo al reato che in nome della liberta’, della verita’ e della giustizia mette a rischio la propria vita e quella dei propri familiari per assicurare che vengano accertate le responsabilita’ dei mafiosi. E’ lo Stato che ha dei doversi nei confronti dei testimoni, e una Carta dei diritti e dei doveri non puo’ che differenziare in modo rigoroso le due figure”.

A titolo di esempio il presidente della commissione Antimafia ha citato il caso della “tutela in localita’ protetta che per i testimoni deve rappresentare un’extrema ratio in quanto si risolver in uno sradicamento dal territorio, in un isolamento dagli affetti familiari e in una sostanziale impossibilita’ a proseguire l’attivita’ economica-professionale. Lo Stato deve quindi garantire ai testimoni la protezione in loco, anche perche’ questo vale come riappropriazione simbolica del territorio, dimostrazione concreta che a vincere non e’ la mafia ma chi rispetta la legalita’”.