Istruzione: la “buona scuola” e i problemi della partecipazione democratica

rp_scuola-studenti-Medium-300x153.jpg
-di Fiore Isabella

Lamezia Terme – A pochi giorni dall’avvio delle attività didattiche, non si è ancora spenta l’eco delle ubriacature estive con al centro il carattere miracolistico della cosiddetta “Buona Scuola”. Intanto però, in attesa dei alunni da accogliere, tra le righe del DDL di riforma si erge un’operazione giustamente definita “abracadabra”, finalizzata alla diminuzione del numero di alunni per classe senza aumento del numero delle classi e conseguentemente dell’organico. Si fa finta, infatti, che gli spostamenti di alcuni alunni da una classe all’altra, per ragioni di opportunità didattico-funzionali e a volte anche logistiche, non siano mai esistiti quando, invece, i Dirigenti Scolastici, ancora senza stella sul petto, li hanno spesso attuati e senza costi aggiuntivi. Non si comprende, quindi, la necessità della stesura di un “comma ” per decantare il carattere rivoluzionario della minestra riscaldata. Ma al di là di questo, e le prime avvisaglie non sono per nulla confortanti, preoccupa l’attacco al prestigio del docente ridotto a svolgere un ruolo esecutivo, per effetto di una visione dell’autonomia scolastica che nulla concede alla partecipazione e ad ogni forma di gestione democratica della scuola, ma legittima, per decreto, il costituirsi di gruppi piramidali di potere, chiamati addirittura a funzioni valutative del lavoro dei propri colleghi in assenza di giusti e indispensabili contrappesi. Una riforma, partorita e gestita da pochi (entourage governativo) senza un reale confronto nel paese sulle finalità del sistema scolastico e formativo italiano (funzione teleologica dell’educazione) e assolutamente priva di un qualsiasi supporto ordinamentale credibile, porta con sé il rischio, da non sottovalutare, di una crescente demotivazione dei docenti e del personale tutto, chiamati a difendere un “fortino”, anch’esso ormai invaso dal culto della rottamazione e dalla psicosi dell’accerchiamento; lontano anni luce dalla tanto auspicata, ed in parte realizzata, gestione mite della Scuola che vedeva il preside coordinare senza intimare, l’insegnante educare senza imporre e il bidello operare responsabilmente senza l’umiliazione dell’ubbidienza passiva.
Fiore Isabella
Ins. te Lamezia Terme