Porto Gioia Tauro: Tripodi (Pci), nazionalizzare scalo

porto-gioia-tauro-022Catanzaro – “Il Partito Comunista Italiano sostiene la lotta dei lavoratori del porto di Gioia Tauro contro il provvedimento di Medcenter che ha licenziato 442 lavoratori”. Lo afferma Michelangelo Tripodi, responsabile Mezzogiorno del partito, secondo il quale “si tratta dell’ennesimo attacco ai livelli occupazionali da parte di chi aveva promesso un futuro di sviluppo e di crescita per il porto e per i lavoratori e che oggi, invece, manifesta un atteggiamento di vero e proprio disimpegno verso Gioia Tauro. Dopo circa 20 anni di gestione tedesca del porto risulta del tutto evidente che le mirabolanti promesse che la tedesca Eurokai e gli Eckelmann avevano fatto all’inizio della loro gestione (ricordiamo tutti la promessa di 20.000 posti di lavoro in 10 anni), si sono rivelate totalmente menzognere, mentre invece assistiamo concretamente all’affossamento di qualsiasi prospettiva per il futuro del porto con un’ulteriore drastica perdita di posti di lavori. Per volonta’ di Eurokai, Gioia Tauro – denuncia – e’ ormai definitivamente relegato ad un ruolo ancillare e subalterno agli interessi amburghesi e tedeschi e con questa gestione e’ destinato a diventare sempre piu’ marginale. Dopo il clamoroso dietrofront annunciato nei mesi passati dalla societa’ LCV Capital Management riguardo all’investimento precedentemente promesso per la realizzazione a Gioia Tauro di un’industria per la produzione di una vettura ecologica, la scelta di MCT aggrava la situazione di crisi di Gioia Tauro e minaccia pesantemente il futuro del porto gia’ duramente colpito dalla crisi del settore del transhipment. E’ evidente che questa situazione cosi’ allarmante e preoccupante – aggiunge – e’ anche frutto dell’incapacita’ e dell’inadeguatezza della Regione Calabria e del governo nazionale che stanno brillando per la loro assenza. In particolare Oliverio che con il suo ufficio stampa parla di tutto, su Gioia Tauro ha perso la parola e non e’ in grado di prendere nessuna seria iniziativa a sostegno dei lavoratori. E, invece, – sottolinea – occorrerebbe una svolta profonda, garantendo la centralita’ dell’intervento pubblico nei settori strategici per l’economia nazionale, come il Porto di Gioia Tauro che rappresenta il piu’ importante porto di transhipment del Mediterraneo e non puo’ essere lasciato alla merce’ degli interessi mutevoli delle societa’ di transhipment che lo gestiscono per i loro affari privati. Nazionalizzare il porto – continua – significa ripristinare la sovranita’ nazionale su una parte del proprio territorio”.