Catanzaro – Percepiva sia la pensione che lo stipendio di dipendente pubblico. La vicenda e’ emersa grazie alla Guardia di Finanza di Catanzaro che ha segnalato alla Corte dei Conti un danno erariale di quasi 700.000 euro. L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, raggiunti i limiti di eta’, aveva richiesto di essere posto in quiescenza, ottenendo contestualmente dall’Inps la corresponsione del trattamento pensionistico. Ma, raggiunta la certezza della pensione, dopo pochissimi giorni ha presentato domanda di riammissione in servizio nella stessa azienda, confidando che le esigenze di organico gli avrebbero consentito di tornare immediatamente al suo posto, cosa che effettivamente e’ accaduta. Nessuno, peraltro, ha segnalato all’ente di previdenza che il trattamento pensionistico avrebbe dovuto essere immediatamente sospeso. Per i dipendenti pubblici, infatti, fanno rilevare gli inquirenti, vige il cosiddetto divieto di cumulo tra pensione di anzianita’ e stipendio derivante dal rapporto di lavoro nuovamente instaurato. L’uomo, pertanto, grazie anche alla negligenza di altri tre dipendenti preposti ai controlli di regolarita’ dell’azienda pubblica, e’ riuscito a vedersi indebitamente riconosciuta una duplice fonte di reddito in violazione di legge e in evidente danno alla spesa pubblica. L’intervento dei finanzieri ha pero’ consentito di portare alla luce le violazioni commesse e l’indebito beneficio protrattosi per ben sette anni, nonche’ di segnalare la vicenda, individuandone i responsabili, alla magistratura contabile.