Catanzaro: a scuola di Braille

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Catanzaro – Nei giorni scorsi, nella sede dell’Unione Ciechi e ipovedenti di Catanzaro, si è tenuto un corso di alfabetizzazione Braille, aperto a tutti e finalizzato all’acquisizione dei primi rudimenti di lettura e scrittura nel codice che ha rivoluzionato in maniera irreversibile la qualità di vita dei disabili della vista. Il metodo Braille, basato sulla corrispondenza tra punti e fonemi, è  ancora oggi l’unico strumento che permette a ciechi e ipovedenti di acquisire le strumentalità di base indispensabili a realizzare una vera inclusione nella  società, consentendo di superare ostacoli che possono sembrare insormontabili.   Pur essendo considerato un linguaggio esclusivamente riservato ai disabili, esso dimostra di essere attuale e utilizzabile da chiunque,  per motivi personali e/o professionali, abbia necessità o interesse ad entrare in contatto con un mondo apparentemente lontano e difficile da approcciare. Le lezioni di didattica Braille sono state condotte da Luciana Lo Prete, presidentessa regionale dell’Unione Ciechi, la quale ha più volte sottolineato come la cecità o l’ipovedenza siano una condizione, che diventa un limite solo quando non si aiuta il disabile a conquistare la propria autonomia. In questo percorsodiventa fondamentale il ruolo della scuola e della famiglia, indispensabili nel sostenere ed incoraggiare la pratica del Braille e di tutti gli ausili informatici che oggi facilitano il processo di integrazione dei disabili nei vari contesti sociali, permettendo loro di condurre una vita piena e gratificante. L’aspetto pedagogico-educativo della conoscenza del Braille è stato oggetto di riflessione specifica nelle lezioni tenute dalla dottoressa Maria Luisa Rubino, che ha lasciato ampio spazio al confronto di pratiche, di esperienze, di punti di vista. L’esperienza fatta dai corsisti è stata toccante, affascinante, coinvolgente a livello culturale ed emotivo; l’augurio è che possa essere condivisa e socializzata da un numero sempre maggiore di persone.