Catanzaro: Sentenza su Psc stride con principio equo compenso’

Catanzaro – Con la recente sentenza del Consiglio di Stato – scrive il presidente dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro Giuseppe Macrì’ – si è chiusa un’annosa e triste vicenda che ha visto gli Ordini ed i collegi professionali della provincia di Catanzaro, e non solo, opporsi alle decisione dell’Amministrazione comunale di bandire una gara a titolo gratuito per l’affidamento dell’incarico per la redazione del PSC della Città di Catanzaro, perché in violazione di un principio fondamentale della Costituzione che sancisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Oggi questa vicenda giudiziaria, dopo due sentenze del Tar Calabria favorevoli al principio del “giusto compenso” e quindi alle richieste degli Ordini e Collegi professionali, si chiude con un pronunciamento del Consiglio di Stato che ribalta gli esiti precedenti del Tar e riconosce all’amministrazione comunale di poter procedere con il bando a carattere gratuito.
La sentenza del Cds che noi rispettiamo, stride ancora una volta con il principio dell’equo compenso, stabilito della Legge 27 dicembre 2017, n. 205 – pubblicata sulla G.U. 29 dicembre 2017, n. 302 (entrata in vigore il 1° gennaio 2018), che, come ricordiamo era stato introdotto per la forte reazione del mondo professionale alla vicenda del Comune di Catanzaro e che ha stabilito il diritto ad una giusta remunerazione, rispettosa dell’impegno professionale richiesto.
Al di la delle dispute di carattere giuridico che attengono alla valutazione di atti formali oggetto di causa, in tutta questa vicenda si sono persi di vista due aspetti importanti: il primo è quello di avere arretrato sui diritti fondamentali dei cittadini/professionisti, contribuendo a “precarizzare” il lavoro e ad aumentare la sfiducia nelle istituzioni, il secondo è la spaccatura che si è creata tra l’amministrazione comunale e i liberi professionisti su aspetti importanti dei processi di pianificazione e organizzazione del territorio che fondano la loro strategia e la loro efficacia sulla condivisione dei processi e delle scelte.
Quindi alla luce dei fatti e degli effetti prodotti nel mondo professionale, non parlerei di un esito positivo della vicenda a favore del Comune di Catanzaro, ma rifletterei sulla “frattura” che si è creata a seguito di una decisione inopportuna che ha escluso dalla partecipazione i tanti professionisti che avrebbero voluto partecipare ma che la mancanza di un compenso non ha consentito loro di proporsi per una sana competizione (al bando ha aderito un solo studio professionale con sede a Mestre). Per fortuna, i fatti di cui si è dibattuto fino a questo momento riguardano un bando di gara bandito nel 2016, che oggi non è più possibile proporre pena la nullità e questo grazie alle battaglie degli Ordini e Collegi professionali che con più manifestazioni hanno richiesto a gran forza l’approvazione dell’equo compenso che oggi regola il diritto ad una giusta remunerazione in proporzione all’impegno e alla complessità dell’opera.
Auguro comunque che la Città abbia presto il suo PSC (Piano Strutturale Comunale) per rilanciare il suo ruolo e le sue innumerevoli peculiarità, che possa interpretare al meglio le esigenze strategiche del capoluogo di regione e “riammagliare” le tante realtà territoriali di cui si compone, perseguendo un ridotto consumo di suolo, maggiore sostenibilità ambientale e maggiore inclusione sociale.