Catanzaro – Lascia il carcere e torna in libertà, a distanza di cinque anni dall’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, il giovane Francesco Procopio, classe 84.
Il giovane raggiunto dall’ordinanza restrittiva nell’agosto del 2014, nell’ambito dell’operazione Hydris, è accusato a vario titolo di essere partecipe dell’associazione mafiosa denominata “Mongiardo-Procopio”, operante nel territorio di Sant’Andrea sullo Jonio e territorio limitrofi.
Ci son voluti ben tre gradi di giudizio per dimostrare l’invalidità dell’impianto accusatorio.
La Corte di Cassazione, Sezione Sesta Penale ha infatti, all’udienza del 26.9 scorso, accolto il ricorso presentato dal difensore del giovane, avvocato Nunzio Raimondi, annullando la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro – Sezione Prima Penale, sia in relazione al capo associativo che in relazione ad altri capi della sentenza che lo avevano visto condannato complessivamente a sette anni di reclusione.
L’annullamento della sentenza da parte della Suprema Corte ha dunque aperto le porte del carcere per il giovane per il quale dovrà attendersi ora un nuovo giudizio dinnanzi a diversa Sezione della Corte di Appello, a seguito del rinvio disposto dalla Corte di Cassazione.
Viva soddisfazione, per l’esito del giudizio, è stata espressa dal difensore, Avv. Nunzio Raimondi, in attesa che il deposito delle motivazioni della sentenza definiscano, nero su bianco, le ragioni dell’annullamento.