Sindacati Asp Catanzaro: “al peggio non c’e’ mai fine!”

Catanzaro – Pubblichiamo un comunicato stampa per conto dei sindacati Cisl Sp e Uil Fpl sulla gestione dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro il testo della nota:
“In un mondo normale e in una situazione di trasparenza ci saremmo aspettati una risposta alle gravi criticità messe in rilievo dalle Organizzazioni Sindacali, invece senza alcuna considerazione dei portatori di interessi, qual’è un sindacato, non solo continua la propaganda ma addirittura si tenta di far passare un gravissimo ritardo come un atto di buona gestione. Infatti l’Organismo Indipendente di Valutazione, per il quale si annuncia un nuovo avviso ed una nuova nomina, è scaduto a luglio 2019 ed è stato proposto un primo bando dalla commissione straordinaria solo a ottobre 2019. La commissione preposta alla valutazione dei partecipanti ha poi impiegato ben cinque mesi per valutare solo i curriculum di circa una ventina di partecipanti, approvando la relativa graduatoria il 4 marzo del 2020, senza il rispetto dell’equilibrio di genere in violazione all’articolo 7 DM 02/12/2016 nominando, il secondo in graduatoria, Presidente dell’organismo. Purtroppo dopo due mesi dalla nomina il presidente nominato rinuncia all’incarico e ci vogliono altri due mesi per produrre un nuovo bando e chissà con quali tempi per individuare il nuovo componente (Sarà forse una manovra per far tornare in campo il vecchio Presidente?). Altro che efficienza e tempestività delle decisioni. Nel frattempo non si può procedere alle valutazioni degli obiettivi per l’anno 2018, cosa che doveva concludersi entro giugno 2019 e, conseguentemente, non è possibile liquidare ai dipendenti le indennità di posizione e di risultato. Ma non si tratta solo di ritardo. Una situazione di totale violazione delle previsioni contrattuali che non è possibile continuare a tollerare anche per le ipotesi di reato connesse ad una tale condotta. Come se tutto ciò non bastasse, mentre si continuano a penalizzare i dipendenti, l’azienda continua a richiedere, anzi a pretendere, orari di lavoro e turni di servizio in totale violazione delle disposizioni di legge. Infatti ci pervengono segnalazioni di un numero di pronte disponibilità sistematicamente superiori alle previsioni contrattuali, in alcuni casi addirittura doppie o triple rispetto ai limiti previsti. Inoltre si è rilevato il mancato rispetto delle undici ore continuative di riposo per il recupero psicofisico ed un numero di ore settimanali eccedenti le quarantotto ore. Alle gravissime violazioni indicate si aggiunge il fatto che l’azienda ricorre sistematicamente al lavoro straordinario come strumento per l’organizzazione ordinaria del lavoro cosa che è tassativamente vietato dalle leggi e dal contratto di lavoro. Per non parlare poi del raddoppio turni del personale del 118, mancata applicazione dei contratti integrativi 2018 e 2019 (incarichi di funzione, progressione economiche orizzontali, produttività ed avvio della contrattazione decentrato 2020). La situazione più paradossale è quella dello straordinario erogato al personale, che rappresenta una quota consistente del fondo specifico del personale stesso, mentre contestualmente l’azienda dichiara un fabbisogno, per lo stesso personale percettore, inferiore a quello attualmente in servizio (leggasi esubero?). Una circostanza per lo meno contraddittoria che mostra approssimazioni e mancanza di conoscenza della reale situazione organizzativa e funzionale dei servizi e dell’azienda. L’anomala ed illegittima organizzazione del lavoro determina inoltre un incremento del rischio clinico esponendo, irresponsabilmente, operatori e pazienti mettendone a repentaglio la sicurezza. Per queste ragioni stiamo valutando l’ipotesi di investire l’Ispettorato del Lavoro per verificare quanto da noi denunciato e, se confermate le violazioni da noi rappresentate, intervenire per ripristinare nell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro le condizioni di lavoro contrattualmente previste, individuando e sanzionando quanti si sono resi responsabili di tale status quo”.