Catanzaro – Nel 2022 il PIL della Calabria segna un +1,8%. Per il 2023 si prevede un rallentamento del trend (-0,9%), con un valore del PIL che resta al di sotto del livello pre-pandemia (-3,8%).
E’ questo il principale dato emerso dal report dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria in merito alle prospettive e alle criticità per le imprese calabresi nel 2023.
Secondo il report, il raffreddamento della crescita è conseguenza del perpetuarsi del clima di incertezza che scaturisce da diversi fattori di criticità. Uno tra tutti l’inflazione che a gennaio 2023 in Calabria segna un incremento del +9,7%, dinamica che rallenta rispetto a quella del mese precedente (+11,2%) ma che resta ancora sopra di 4,6 punti rispetto ad un anno fa.
Alla crescita dei prezzi sta contribuendo in modo particolare, seppur in misura minore rispetto ai mesi precedenti, la dinamica sostenuta dei prezzi dell’energia: per il caro bollette si stima, nel 2022 rispetto all’anno precedente, una maggiore spesa per le MPI calabresi di 505 milioni di euro di cui 188 milioni a Cosenza, 128 milioni a Reggio di Calabria, di 102 milioni a Catanzaro, di 45 mln a Vibo Valentia e di 43 milioni a Crotone.
Altra criticità segnalata nel report riguarda l’inasprimento delle condizioni di politica monetaria per contenere l’inflazione, condizione che determina un rialzo del costo del credito con ricadute negative sulla finanza delle imprese.
Tale scenario allarma in particolare le piccole realtà produttive che
sostengono, da sempre, costi del credito più elevati: a giugno 2022 il tasso applicato alle MPI si attesta al 9,33% sopra di 360 punti base rispetto al tasso del 5,73% applicato alle medio-grandi.
In merito, Confartigianato Calabria rileva che “le ricadute sulle imprese della stretta monetaria sono pesanti – spiegano, infatti, il presidente e il segretario Roberto Matragrano e Silvano Barbalace -. A fronte delle tensioni appena descritte sulla finanza d’impresa lo Stato è chiamato a fare la sua parte sostenendo le imprese in questa delicata fase anche favorendo pagamenti puntuali. I comuni della nostra regione impiegano in media 54 giorni per effettuare un pagamento, tale risultato posiziona la Calabria al primo posto tra le regioni per tempi più dilatati”.
Dall’analisi della demografia delle imprese, comunque, si osserva come, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese si sia riassorbito. Dopo il brusco stop del 2020 e il rimbalzo del 2021, con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a mille attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,69% più contenuta rispetto al +1,62% del 2021. A livello provinciale il tasso più elevato si registra per Vibo Valentia (+1,11%). Per l’artigianato il tasso di crescita 2022 si attesta al +0,60%, con valori più elevati registrati per le province di Vibo Valentia (+1,16%) e Reggio Calabria (+1,05%). Alle ottime performance di crescita del 2022 ha contribuito in misura maggiore il settore delle Costruzioni, che nel nostro territorio ha visto il valore aggiunto registrare il secondo incremento più elevato di +24,5%, rispetto al pre-pandemia.
Ad oggi, infatti, nella regione a causa della situazione delle imprese del settore con crediti fiscali incagliati risultano a rischio 6mila posti di lavoro delle MPI calabresi delle Costruzioni di cui 2.140 a Cosenza, 1.300 a Catanzaro, 1.220 a Reggio Calabria, 500 a Crotone e 480 a Vibo Valentia.