Cosenza – Il nome è “MASSiMo” ed è un Progetto di ricerca predisposto dal Centro Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma per il monitoraggio in area sismica di sistemi monumentali. Tra i siti monumentali calabresi dove sono state, nei giorni scorsi, installate alcune stazioni sismiche per l’avvio delle attività di monitoraggio c’è il Complesso Monastico di Sant’Agostino a Cosenza, sede del Museo dei Brettii e degli Enotri.
A dare l’annuncio dell’avvio del progetto “MASSiMo” è l’Assessore alla riqualificazione fisica della città attraverso le opere pubbliche Giulia Fresca.
“La validità del progetto – spiega l’Assessore Fresca – non è da ricercare solo nell’obiettivo di studiare la risposta alle sollecitazioni sismiche locali del patrimonio monumentale architettonico calabrese, valutando quantitativamente i possibili effetti di terremoti su siti di interesse, ed in particolare, per la città di Cosenza, presso il Complesso Monastico di Sant’Agostino. Il progetto, infatti, si propone di fornire alle istituzioni locali competenti le linee guida necessarie per la mitigazione del rischio sismico ed il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni architettonici. A ciò si aggiunge la rinnovata collaborazione tra l’amministrazione Comunale di Cosenza ed in particolare l’Assessorato alla riqualificazione fisica della città attraverso le opere pubbliche ed il Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria che, grazie al progetto, offrirà a quaranta giovani laureati la possibilità di accedere gratuitamente ad un corso di alta formazione e perfezionamento professionale per operatore esperto nella gestione di sistemi innovativi di monitoraggio strutturale per il mantenimento dei beni monumentali in area sismica. Ciò consentirà – sottolinea ancora l’Assessore Fresca- di formare figure professionali in grado di rispondere alle nuove esigenze di aziende e amministrazioni pubbliche nell’ambito della gestione dei processi di controllo, verifica e di monitoraggio, focalizzando l’attenzione su due elementi essenziali: il “bene monumentale” ed il rischio strutturale del “bene monumentale” in relazione al territorio in cui insiste, di cui non solo Cosenza, ma la Calabria intera è ricca”
A fornire il dettaglio tecnico del progetto dell’Istituto Nazionale di Geofisica è il Responsabile del Servizio Infrastrutture e Sicurezza del Centro Nazionale Terremoti dello stesso Istituto , Luciano Mondiali.
“La rete di sensori installata al Museo dei Brettii e degli Enotri, collegati in tempo reale al centro acquisizione dati di Roma (una sala operativa h24 tutti i giorni dell’anno) resterà attiva – spiega Mondiali – per circa due mesi, durante i quali effettuerà rilevamenti e registrazioni. Al termine dei due mesi, rimarranno in funzione quattro stazioni, una per piano, che andranno ad integrare quelle già posizionate e in funzione per il completamento della rete sismica cittadina predisposta nell’ambito del progetto di ricerca. Le stazioni trasmetteranno continuamente, alla sede di Roma, un segnale proporzionale al movimento del terreno. In ogni stazione installata, un sensore trasforma il movimento del terreno in un segnale elettrico che viene amplificato ed utilizzato per modulare una nota portante di frequenza, compresa tra 600 e 3060 Hz (banda fonica). I segnali trasmessi a Roma vengono utilizzati sia per un monitoraggio continuo su supporto cartaceo che per un’analisi automatica su calcolatore, sia, infine, per l’elaborazione di dettaglio da parte del personale tecnico, presente 24 ore al giorno in sala sismica”.