Cosenza – E’ stata inaugurata al Chiostro di San Domenico, alla presenza dell’Assessore agli eventi del Comune di Cosenza Rosaria Succurro, la mostra fotografica “Album di Famiglia”, patrocinata dall’Amministrazione comunale, dalla Provincia di Cosenza, in collaborazione con il Comune di Malito e la Fondazione Carical e promossa dall’Associazione “Amici dell’Aria Rossa”, in collaborazione con l’Associazione “L’Impronta – Culture fotografiche”.
L’esposizione, che potrà essere visitata fino a venerdì 25 settembre, attinge ad una selezione di fotografie originali degli anni compresi tra il 1920 ed il 1970 e si sviluppa attorno ad un piccolo nucleo di scatti inediti realizzati dall’avvocato Ugo Leonetti negli anni ’40, nella dimora storica di Aria Rossa, a Malito, residenza della famiglia Mancini. Accanto a questo primo nucleo di scatti, la mostra include anche fotografie di periodi più recenti.
Le une e le altre restituiscono le atmosfere paesaggistiche dei luoghi e illustrano aspetti della vita familiare, privata e pubblica del secolo scorso.
“Album di famiglia” ha avuto il suo prologo, il 25 luglio scorso, nella dimora storica dell’Aria Rossa, dove la mostra è stata presentata nel corso di un incontro cui hanno preso parte Giosi Mancini, Presidente dell’Associazione “Amici dell’Aria Rossa”, ideatrice della mostra e figlia del leader socialista Giacomo Mancini, più volte parlamentare e ministro ed ex sindaco di Cosenza, Massimo Celani, tra i curatori insieme alla fotografa Laura Serani, uno dei nomi più significativi della fotografia italiana ed internazionale.
Ieri “Album di famiglia” è approdata al Chiostro di San Domenico a Cosenza.
L’inaugurazione è stata preceduta da una breve presentazione cui hanno preso parte l’Assessore Rosaria Succurro, Giosi Mancini e Massimo Celani, presente anche il Sindaco di Malito Carmine Carpino.
“La scelta del Chiostro di San Domenico – ha detto Rosaria Succurro – non risponde solo ad una opzioneo logistica, ma ha anche un valore simbolico. La collocazione del Chiostro evoca una sorta di spartiacque tra la città nuova e la città storica , un aspetto che ben si armonizza con la mostra incentrata su una figura importante della storia della nostra città e del nostro passato e sulla sua famiglia. L’auspicio è che questa mostra venga visitata e fatta conoscere alle giovani generazioni affinché possano approfondire un segmento importante e oltremodo significativo della storia della città di Cosenza”.
Giosi Mancini ha raccontato dal canto suo la genesi di “Album di famiglia”, scaturita da una foto del 1925 che ritrae la nonna, Giuseppina De Matera, appartenente a una delle più antiche famiglie di Cosenza, accanto ai figli Giacomo, Teresa, Franca e Ginevra, mentre il marito, Pietro Mancini, professore di filosofia e avvocato e primo deputato socialista della Calabria, era al confino di polizia in Sardegna. A ritrovarla è stato Mario Corigliano che ieri era presente in sala.
“Abbiamo davvero repertato le foto – ha aggiunto Giosi Mancini – perché erano alcune nascoste, altre dimenticate. E questo ritornare indietro è, in qualche modo fondamentale per poter andare avanti, per avere sempre chiara l’identità e comprendere chi siamo, da dove veniamo e le nostre radici che non si possono disperdere, né occultare oppure revisionare o rivedere. Negli scatti sono riportate le facce, gli abiti di un’epoca, i sentimenti che richiedono rispetto per il passato e per chi è stato prima di noi, per chi non c’è più, ma vive e continua a vivere. La storia di chi è stato prima di noi va tenuta dentro la storia e quindi ha bisogno di cura e attenzione”. Giosi Mancini ha intanto annunciato per la giornata di chiusura della mostra, il prossimo 25 settembre, il lancio ufficiale di una ricerca multimediale, aperta agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori e agli iscritti delle università calabresi, dal titolo “Giacomo Mancini Reload”. “Una ricerca dedicata a Giacomo Mancini in occasione dei cento anni dalla nascita, anniversario che ricorre il 2016, con l’obiettivo – ha ancora detto l’ideatrice di “Album di famiglia” e del concorso – di non disperdere le riflessioni e le buone pratiche di un’esperienza cruciale e ancora attuale per il Mezzogiorno”.
Di “Album di famiglia” ha, inoltre, parlato Massimo Celani sottolineando come la mostra si sia sviluppata come una sorta di work in progress e di collaborazioni continue. Altre foto, oltre quelle in esposizione, sono, infatti, disponibili sul blog Aria-rossa.blogspot.it dove si trovano anche altri contributi testuali.
Richiamando l’esperienza del Festival della filosofia di Modena che si apre in questi giorni e che è frequentato dal gotha dei filosofi e degli intellettuali europei, ma anche molto dai ragazzi e che quest’anno è dedicato al concetto dell’ereditare, Celani ha auspicato che la stessa collaborazione tra la città di Modena, Carpi e Sassuolo che ha reso possibile un evento così importante, possa ispirare anche la cooperazione virtuosa tra Cosenza, Malito e gli altri centri che ruotano attorno alle iniziative proposte dall’Associazione Amici dell’Aria Rossa.
Subito dopo si è aperto il percorso fotografico. Tra le preziosità, una lettera della sorella Ginevra a Giacomo Mancini, scritta nel 2003, l’anno dopo la sua scomparsa, per il giorno dell’onomastico del fratello, una foto di Sandro Pertini a Cosenza nel 1956, un’altra foto dell’autunno del 1929, proprio all’Aria Rossa, con un giovanissimo Giacomo Mancini, accanto al padre Pietro e alla madre Giuseppina De Matera, un autoscatto del fotografo Giuseppe Raffaele Rose che, in una sorta di selfie ante litteram, si immortala insieme al celebre attore Nino Manfredi (abituale frequentatore dell’Aria Rossa e di casa Mancini), attorniato da un gruppo di fans, in occasione di una campagna elettorale del 1968. E poi la visita di Pietro Nenni a Cosenza nel 1965, uno scatto del maggio 1968 che ritrae Giacomo Mancini insieme a Riccardo Misasi e Cecchino Principe ed un altro, datato 1974, in cui il leader socialista viene ritratto con la madre Giuseppina De Matera al seggio elettorale dove si votava per il referendum sul divorzio.
“Vita privata e vita politica che si intrecciano – è ancora Giosi Mancini a parlare – in un lavoro ancora in evoluzione reso possibile dalla partecipazione di tutti, dei privati che hanno a cuore la vita di una comunità e di una cittadinanza che non è solo quella di Cosenza, ma anche quella dei paesi limitrofi, con un’importanza che va riconosciuta anche ai fotografi che hanno messo a disposizione le foto dei loro archivi personali”.