Tarsia: giorno della Memoria

ferramonti-tarsia-cimiteroTarsia(Cosenza) – Il Comune di Tarsia utilizza il Giorno della Memoria per rendere la Memoria un elemento vivo: le lezioni del passato sono occasione di riflessione sulle contraddizioni e sulle speranze del nostro tempo.Solo ricordando quello che è stato, guardando indietro per guardare avanti, possiamo salvaguardare il tenore della nostra vita democratica oggi.
E’ questo il significato più importante che il sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, attribuisce al Giorno della Memoria, le cui iniziative organizzate nel Campo di Concentramento di Ferramonti di Tarsia per il 2016 si svolgeranno dal 23 al 30 gennaio. Aggiunge il Sindaco di Tarsia: “L’Amministrazione ha fatto di tutto per rendere possibile la realizzazione del ricco programma che si svolgerà dal 23 al 30 gennaio 2016. Il ricordo di quello che è stato non è e non può essere solo riflessione, ma la genesi di qualcos’altro: è un compito che tutti dobbiamo assumerci per non ripetere gli errori del passato”.
Le iniziative sviluppate dalla stretta collaborazione tra il Consigliere Delegato alla Cultura, Roberto Cannizzaro, e l’Associazione Ferramonti, prenderanno il via con l’apertura della sala museale che rappresenta un continuum di quella inaugurata lo scorso anno, mostrando ulteriori soggetti e la vita nel campo negli anni durante la guerra. Nella nuova mostra fotografica e documentaria allarga l’orizzonte di tutto ciò che avveniva nel Campo, dalla vita privata, personale, individuale all’atmosfera generale. L’organizzazione degli eventi è stata curata da Simona Celiberti.

Ferramonti-Tarsia-ProgrammaIl 26 gennaio si terrà un importante momento di confronto di esperienze dirette connesse alla deportazione. Ne parleranno insieme Michelina Grillo, figlia di Giovanni, un deportato calabrese la cui vicenda personale è stata raccolta e raccontata da Gennaro Cosentino nel libro “Giovanni Grillo da Melissa al Lager – La vicenda di un deportato calabrese”, DovaCahan, anche lei figlia di un deportato rumeno che riesce a scampare alla deportazione dei filonazisti prima e dei filocomunisti successivamente e la cui vicenda è raccontata nel libro “Un Askenazita tra Romania ed Eritrea”. Saranno presenti al dibattito Leone Paserman, già presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, e Roque Pugliese, referente per la Calabria della Comunità Ebraica di Roma. Un momento importante della mattinata è riservato all’incontro tra i testimoni profughi del Pentcho e i nipoti del capitano Carlo Orlandi, il salvatore del Pentcho.