Violenza donne: a Castrovillari riposizionata la “panchina rossa”

Castrovillari – Nel segno della dignità vituperata della persona e contro ogni vessazione. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, presso il Protoconvento francescano di Castrovillari è stata riposizionata, in seguito ad un ennesimo atto vandalico che l’aveva divelta tempo fa, la targa che campeggiava sulla “panchina rossa” a denuncia e simbolo di ciò che sopportano e subiscono continuamente le donne tra maltrattamenti e femminicidi: uno ogni 72 ore come ci richiamano ormai le tragiche statistiche.
L’iniziativa patrocinata dal Comune, introdotta da Ivana Grisolia che l’ha ideata (riscuotendo il plauso unanime degli intervenuti), conclusa dalla sorella Federica anche con accorate poesie di Angela Ferrara,uccisa giorni fa a Cersosimo, in Basilicata, dal marito,è stata contraddistinta dagli interventi dell’Amministrazione comunale, di Associazioni e cittadini, insieme in una espressione di ferma volontàperribadire attenzioni e prevenzioni contro la violenza di genere che non può che passare da un fermo e vigilante impegno diuturno, congiunto e continuo, anche di carattere educativo, se non si vuole, come richiamano alcuni slogan lanciati nel Paese a tal riguardo, “uccidere la donna due volte”.
E’ con questo senso del discernimento che si devono favorire le condizioni per superare questo ulteriore ostacolo d’inciviltà tra connivenze familiari che stritolano l’io, rattrappito da troppi egoismi. La panchina rappresenta, non a caso, un luogo dove fermarsi e ripensare cosa sta avvenendo e dove si sta andando.
In tutti i contributi,pressanti ed accorati dei presenti per risvegliare attenzioni e dedizioni, l’importanza di una battaglia civica continua , affermata inizialmente, prima che la targa venisse svelata, da Ivana Grisolia che ha spiegato, così, le ragioni di questo semplice momento di coscienza inclusiva. Sulla stessa frequenza l’apporto del Vice Sindaco, Francesca Dorato, che ha rilanciato l’importanza di una educazione in ogni ambito ed a tutti i livelli per far comprendere che la parola rispetto è sinonimo di amore evera accoglienza dell’altro. La portata del gesto è stata rilanciata con forza anche da Donatella Laudadio capo delegazione Fai del Pollino la quale ha richiamato, con più esempi e notizie che vedono le donne in qualsiasi parte del mondo soggette a violenze e soppressioni inaudite di vario tipo, l’importanza di unaresponsabilitàdiffusaper suscitare questa coscienza di riscattoda promuovere continuamente e insita nei valori costituzionali come richiama anche l’articolo 3 della stessa Carta -che compie 70anni- per ogni individuo, ricordando che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione,opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Sicuramente una scommessa di crescita culturale di ampia portata, che deve coinvolgere ogni ambito a partire dal web, e che riguarda, oltre le donne, chi è più debole e fragile.
Preoccupazioni espresse anche dal Presidente della Repubblica in queste ore, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. “La violenza sulle donne non conosce, dunque, confini geografici- è stato richiamato- , distinzioni di classe o di età”. Fattore che esprime prevaricazione sulla donna e ferite micidiali che rendono questa meno libera, meno uguale, subalterna e vittima.
Da qui l’importanza di superare le discriminazioni, i pregiudizi o gli stereotipi basati sull’appartenenza di genere che non può che coinvolgere ogni ambito formativo che offre la realtà,a partire dalla scuola,in questa emergenza sempre più eclatante ed urgente: in questo preoccupante bradisismo al ribasso che porta giù la cosiddetta società civile ed evoluta. E’ una battaglia culturale, aspra, fondamentale, decisiva per un vero sviluppo del bene comune senza ombre e macchie terrificanti, che afferma e rimette al centro il rispetto dell’altro con la sua inviolabile dignità da salvaguardare ad ogni costo e dove può rinascere l’io. Questa la sfida, questo il punto focale su cui si può fare leva per educare.