Lamezia Terme – Giovanni Catanzaro, 57 anni, tratto in arresto dai carabinieri della compagnia di Lamezia Terme con l’accusa di rapina aggravata, tentata estorsione, sequestro di persona, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio è stato rimesso in libertà dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lamezia, Barbara Borelli, che ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con altra più lieve nello specifico obbligo di firma per due giorni alla settimana. La misura è stata adotta al termine dell’interrogatorio di garanzia nel corso del quale Catanzaro, assistito dall’avvocato Antonio Muscimarro, avrebbe riposto alle domande del magistrato respingendo ogni accusa. In particolare, avrebbe riferito di non aver mai posto in essere nessun tentativo di estorsione nei confronti dei titolari della TV Press srl di Catania e soprattutto a avrebbe dimostrato di non essere responsabile per la rapina, sequestro di persona e danneggiamento posto in essere da ignoti in danno di un dipendente della società TV Press srl. Catanzaro avrebbe nel corso dell’interrogatorio chiarito la sua posizione fornendo “chiari elementi che dimostrano la sua estraneità ai fatti contestati”.
Invece secondo le indagini condotte dai militari dell’Arma, l’uomo avrebbe minacciato l’autista di un furgone della ditta Tv Press di Catania, incaricata di consegnare alcuni quotidiani in Calabria. L’uomo avrebbe sequestrato l’autista, condotto il furgone in una zona di campagna, quindi avrebbe incendiato il mezzo. Le indagini erano scaturite dalla denuncia dell’autista della ditta siciliana che, inizialmente, aveva riferito di essere stato vittima di una rapina. Le anomalie del racconto fornito dall’autista hanno pero’ fatto scattare gli approfondimenti, fino a scoprire che la vittima era stata invece bloccata da Catanzaro nei pressi del Bivio Bellafemmina di Sant’Eufemia, a Lamezia Terme. Dopo aver fatto scendere il conducente dal mezzo, privandolo di qualsiasi forma di comunicazione, lo avrebbe costretto a guidare il veicolo fino alla pineta di Curinga dove, davanti alla vittima, avrebbe dato fuoco al mezzo con all’interno tutti i quotidiani intimando di non riferire alle forze dell’ordine quanto accaduto. Nel corso dell’attivita’ e’ stato scoperto che la ditta di Catanzaro in precedenza effettuava il servizio di distribuzione di alcuni quotidiani, ma era stata sollevata dall’incarico. Per questo, da settembre 2014 in poi, l’uomo aveva rivolto diverse minacce alla ditta subentrata, sostenendo che in Calabria la consegna dei giornali sarebbe dovuta essere prerogativa dei calabresi. Catanzaro e’ stato rintracciato in Acconia di Curinga e poi sottoposto agli arresti domiciliari.