Estorsioni: Catanzaro, i Rom dietro gli attentati ai commercianti

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Catanzaro, 4 mag. – Bottiglie incendiarie per convincere i commercianti a pagare il pizzo e autovetture rubate per lucrare con il classico “cavallo di ritorno”. Sono questi i contorni che hanno portato all’esecuzione di quattro provvedimenti cautelari in carcere nell’ambito dell’operazione “Delta”, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Catanzaro e della Stazione di Catanzaro Lido. In carcere sono finiti Gaetano Cardamone, 28 anni; Daniele Passalacqua, 25; Marco Passalacqua, 19; Damiano Veneziano, 26, tutti appartenenti alla comunita’ rom stanziale a Catanzaro, ed a cui si aggiunge anche un minorenne la cui posizione e’ stata affidata al tribunale dei minori. Un vero e proprio clan mafioso secondo gli inquirenti che agiva neli quartieri a sud del capoluogo calabrese.

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L’operazione e’ stata illustrata nel corso di una conferenza stampa che si e’ svolta nel Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro, alla presenza del procuratore capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo; del comandante provinciale dell’Arma, colonnello Ugo Cantoni; del comandante del Reparto operativo provinciale, tenente colonnello Alceo Greco; del comandante della Compagnia, capitano Marco Fragassi; del comandante della Stazione di Lido, Antonio Macri’. Cinque le tentate estorsioni ricostruite dai carabinieri, a cui si aggiungono quattro furti di autovetture nel parcheggio del centro commerciale “Le Fontane”. I reati contestati, dunque, sono di tentata estorsione aggravata dalle modalita’ mafiose e furto. Secondo il procuratore Lombardo, al vertice dell’organizzazione ci sarebbe Cosimino Abbruzzese, esponente della comunita’ rom gia’ condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Una sorta di “regia”, la sua, anche se nei suoi confronti non sono stati emessi provvedimenti cautelari. Il meccanismo individuato era sempre lo stesso. La banda lasciava davanti agli esercizi commerciali una bottiglia di plastica con liquido infiammabile e un accendino, quindi scattava la richiesta di pagamento del pizzo. Gli episodi contestati sono tutti avvenuti negli ultimi mesi, ed in particolare da dicembre a pochi giorni fa. Compreso i furti di autovetture nel noto centro commerciale, dove si era stati costretti ad aumentare i controlli. In realta’, i carabinieri avevano avviato subito una serie di indagini compiute con appostamenti e con l’utilizzo di sistemi di intercettazione che hanno portato a ricostruire i movimenti del gruppo passo dopo passo.

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L’operazione denominata “Delta” svela nel nome la principale azione investigativa. Una volta ricostruito le possibili responsabilita’, infatti, e’ stata utilizzata l’autovettura di uno dei componenti della banda, una Lancia Delta, per ricostruire ogni movimento attraverso un sistema Gps. Questo ha permesso di evidenziare la presenza del gruppo nelle varie azioni criminali contestate. I rom avevano preso di mira, tra l’altro, un centro estetico, una concessionaria di autovettura di nuova apertura in citta’, un negozio di zootecnica e un noto bar pasticceria. Davanti agli ingressi i rispettivi proprietari avevano rinvenuto la bottiglia incendiaria e l’accendino, chiaro messaggio malavitoso. Sono bastati, pero’, meno di cinque mesi per chiudere il cerchio intorno ai responsabili e per confermare l’influenza criminale del numeroso gruppo rom nella citta’ di Catanzaro. Proprio la tempestivita’ dell’intervento e’ stata evidenziata dal colonnello Cantoni: “In pochi mesi e’ stato aperto uno squarcio su quanto accaduto in citta’, con episodi che avevano creato un forte allarme sociale, interrompendo alcuni problemi particolarmente avvertiti dalla popolazione. Si tratta – ha aggiunto – di una ulteriore risposta per dire ai catanzaresi che la citta’ e’ loro, ma devono difenderla aiutandoci”. Anche il procuratore Lombardo ha ribadito l’impegno di Procura e Forze di polizia per un’indagine partita con la Procura ordinaria e poi passata alla Direzione distrettuale antimafia davanti ai riscontri legati alla consorteria. “Si tratta di uno stralcio di una operazione piu’ vasta – ha affermato Lombardo – per questo ci sono molti omissis nell’ordinanza, ma abbiamo voluto dare risposte immediate su alcuni episodi che erano stati ricostruiti pienamente”.

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Rispetto al clima di tensione vissuto in citta’ per i vari episodi criminali registrati, il procuratore ha aggiunto: “Ci sono episodi isolati, come le rapine alla pizzeria e al supermercato, altri legati tra di loro, come dimostra questa operazione Lombardo ha annunciato sviluppi per quanto riguarda il “colpo” in un supermercato cittadino, mentre gli autori della rapina a una pizzeria del centro sono gia’ stati arrestati nei giorni scorsi. Lo stesso procuratore ha evidenziato “la buona presenza di telecamere di sorveglianza in citta’”, utilizzate anche per questa operazione.

Estorsioni: Catanzaro; Coisp, tempestiva azione forze ordine
Catanzaro – “L’operazione portata a termine dai carabinieri di Catanzaro evidenzia il ruolo attivo delle forze dell’ordine e della Procura, a dimostrazione che la risposta dello Stato e’ assolutamente tempestiva, efficace e di qualita’. E’ di questo che ha bisogno la citta’ di Catanzaro e non gia’ di parate inutili”. Lo ha detto all’Agi il segretario regionale del Coisp (Sindacato indipendente di polizia), Giuseppe Brugnano, dopo gli arresti effettuati oggi dai Carabinieri.
“Nell’operazione e’ stata contestata l’aggravante mafiosa – aggiunge Brugnano – a conferma del ruolo criminale che i rom hanno nella nostra citta’. Per questo, ci sarebbe da aspettarsi risposte piu’ concrete da parte delle istituzioni ma anche delle associazioni. C’e’ un problema evidente nella nostra comunita’ ed a poco servono le parate dei Consigli comunali aperti e senza soluzioni oppure le manifestazioni pubbliche senza un seguito”.
Secondo il Coisp, infatti, “occorre invece stimolare la collaborazione dei cittadini, come giustamente ribadito oggi dal procuratore Lombardo e dai vertici dei carabinieri, mentre la politica dovrebbe assumere soluzioni concrete rispetto ai ‘fortini’che sono stati fatti realizzare ai rom. L’allarme sociale che ne e’ derivato in questi ultimi mesi – ha aggiunto – sta trovando una ottima risposta da parte delle forze di polizia che hanno assicurato alla giustizia i responsabili di questi atti. Al contrario degli altri, le forze di polizia sono presenti sul territorio, mentre la politica potrebbe risparmiarci i comunicati di congratulazione ed impegnarsi invece, per il proprio ruolo e competenze – ha concluso – per potenziare i presidi di sicurezza che operano in assoluta difficolta’”.

Estorsioni: Bubbico, chi denuncia non sara’ mai solo
Catanzaro “Quando ci sono problemi si invoca sempre una maggiore presenza delle forze di polizia e interventi della magistratura. Trovo che spesso questo sia un alibi, perche’ chi subisce un ricatto ha il dovere di denunciare”. Lo ha detto il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, rispondendo alle domande dei giornalisti, a Catanzaro, a margine di una serie di incontri istituzionali in Prefettura sul tema della sicurezza. Bubbico ha aggiunto: “Mi sento di poter affermare, senza timore di smentita, che quando un imprenditore o un cittadino si rivolgono ad una forza di polizia o ad un magistrato, non viene mai lasciato solo, ha sempre avuto il massimo del sostegno della garanzia e della tutela. Dobbiamo affermare questo principio – ha spiegato il viceministro – bisogna avvertire il dovere di denunciare per esercitare in piena liberta’ la propria attivita’. Fenomeni estorsivi e ricatti, prodotti dalla criminalita’ organizzata, devono essere contrastati con determinazione. Poi servono le forze dell’ordine, ma se pensassimo di risolvere i problemi della legalita’ e di sconvolgere la cultura ‘ndranghetista e mafiosa diffondendo nei nostri territori poliziotti e carabinieri, faremmo un grosso errore che favorirebbe la stessa criminalita’”.