Messina – Tre persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari e altre 7 all’obbligo di dimora dai carabinieri a Messina e provincia, nell’ambito delle indagini sulla compravendita di un bambino romeno. Lo scorso 24 febbraio per questa vicenda era stato eseguito il fermo di 8 persone, poi annullato dal Riesame. I nuovi provvedimenti sono stati emessi dal gip Maria Militello, che ipotizza i reati di concorso in riduzione in schiavitu’, false attestazioni a Pubblico Ufficiale sulla identita’ personale, falsita’ materiale commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici, di supposizione di stato di un fanciullo, di millantato credito e di violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso. Secondo le indagini, dirette dai sostituti procuratori della Dda Maria Esmeralda Pellegrino e Liliana Todaro e condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Messina, i coniugi C. e L. M. C. N., dopo la nascita di una figlia affetta da gravi disabilita’ ed una serie di aborti, sin dal 2008 si siano rivolti a piu’ persone senza scrupoli, che – in cambio di grosse somme di denaro contante – avrebbero dovuto reperire e consegnare loro un bambino maschio, al quale sarebbero state attribuite le generalita’ di C.L.C.N. e del quale, nel gennaio del 2008,era stata fatta figurare la nascita, in realta’ inesistente, mediante false certificazioni e false dichiarazioni all’ufficiale dello Stato Civile del comune di Castell’Umberto.