Calcioscommesse: procura Catanzaro, intervento per evitare fughe

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Catanzaro – “Le indagini hanno permesso di ricostruire i profili di soggetti che riteniamo pericolosi e spregiudicati nelle loro attivita’ di combine e di interferenza anche con campionati di categoria superiore. Un’attivita’ di carattere sistematico messa in campo da un’organizzazione capillare che investiva soggetti in diverse societa’ pronte a svendere la propria capacita’ sportiva. La pericolosita’ della condotta estorsiva ci ha convinti ad intervenire, dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa per Jannazzo, per evitare ogni pericolo di fuga”. Lo ha detto il Procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri nell’illustrare alcuni dettagli legali all’operazione “Dirty Soccer” che ha visto 70 indagati e 50 fermi per il fenomeno di calcioscommesse nei campionati di Lega Pro e Lnd. Sono state eseguite, inoltre, 27 perquisizioni domiciliari a carico di ulteriori indagati, perquisizioni nelle sedi delle societa’ del Sambiase Calcio e della Vigor Lamezia. Ad alcuni indagati sono contestati anche i reati di sequestro di persona ed estorsione a seguito di contrasti interni legati ai rapporti di credito-debito tra i diversi gruppi di finanziatori e scommettitori. In tale ambito e’ stata contestata anche la detenzione di armi.

“Tra gli indagati, Massimiliano Carluccio socio occulto del Pro Patria – ha commentato Bombardieri – era persino disponibile a vendere i risultati della propria squadra. Alcuni siparietti vedono, in una partita finita con il risultato sperato della sconfitta, dei soggetti che gioiscono e sorridono con l’allenatore che scaricava la responsabilita’ del risultato finale sui pochi che avevano giocato lealmente”. “Si tratta di una particolare dedizione – aggiung la procUra – che travalicava i confini nazionali, come nel caso di Fabio Di Lauro, ex calciatore e imprenditore, che invitava la mamma a prelevare tutta la somma che aveva sul proprio conto per investire nelle scommesse. Riguardo al Neapolis, le indagini hanno permesso di accertare la volonta’ del presidente Moxedano di arrivare alla promozione tramite l’alterazione dei risultati e il collegamento di societa’, come L’Aquila e Pro Patria, con soggetti di origine serba che finanziavano l’attivita’ di combine. Lo scambio di informazioni con i finanziatori esteri consentiva, inoltre, alle organizzazioni criminali di ricevere precise indicazioni anche sui risultati legati ad altri eventi sportivi che si svolgevano in Cina, oppure a gare internazionali di tennis e basket”.