Sassari – “Io non ho venduto niente, chi dice il contrario sbaglia o e’ in malafede”. Il presidente della Torres, Domenico Capitani, commenta cosi’ l’intercettazione, pubblicata oggi dai quotidiani sardi, di una sua telefonata con Ercole Di Nicola, direttore sportivo dell’Aquila Calcio e considerato dalla procura di Catanzaro uno dei boss del nuovo filone del calcioscommesse nell’inchiesta ‘Dirty soccer’. “La Torres non costa 5000 euro o 15” afferma Capitani, riferendosi alla conversazione riportata dalla stampa, in cui la procura ipotizza un accordo tra il patron rossoblu e Di Nicola in merito alla “sospetta” partita di coppa Italia Pisa-Torres. Secondo i magistrati, la presunta combine si intuisce dalle parole “15 diviso 3” pronunciate da Di Nicola, cui Capitani risponde con un “Va bene”, nella conversazione intercettata prima della partita. “Se i tifosi pensano che io possa fare un’operazione del genere per due noccioline allora mi ritengono davvero un cretino” prosegue il presidente, che poi aggiunge di essere “rattristato da quel che legge rispetto all’avvocato Nucifora (l’ex ds della Torres arrestato ieri, ndr)” ma ssicura che “per quanto lo riguarda chiarira’ tutto al momento opportuno”. “Quello che mi interessa ora – sottolinea Capitani – e’ la Torres e la vicenda in corso non cambia i propositi. Sto pensando alle questioni relative allo stadio e alla Regione sui contributi. Questo e’ il mio pensiero ora e sulla base di questo continuero’ a lavorare per la Torres, come ho fatto in questi anni, con grandi sacrifici”.