‘Ndrangheta: anche due giornalisti nel mirino del clan Soriano

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Vibo Valentia – Il verdetto della Corte d’Appello sul clan Soriano, che ha ribaltato le assoluzioni del Tribunale di Vibo Valentia condannando 6 persone, riconosce la validita’ dell’impianto accusatorio costruito dall’allora comandante della Stazione dei carabinieri di Vibo, Nazzareno Lopreiato, supportato dal comandante della Stazione di Filandari Salvatore Todaro, con il coordinamento dell’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna. L’accusa in aula era stata poi sostenuta in primo grado dal pm della Dda, Simona Rossi, che aveva chiesto 107 anni di carcere per il clan Soriano ma si era vista poi cadere l’impalcatura accusatoria dalla sentenza del Tribunale di Vibo (presidente Fabio Regolo, giudici a latere Lorenzo Barracco e Vincenza Papagno). Nel mirino del clan Soriano erano finiti numerosi imprenditori, vittime di attentati, carabinieri ed anche i giornalisti Nicola Lopreiato della “Gazzetta del Sud” e Pietro Comito all’epoca a “Calabria Ora”, che avevano ricevuto missive e telefonate minatorie per essersi occupati delle vicende del clan Soriano. I giudici d’appello (presidente Maria Vittoria Marchiano’) hanno dichiarato interdetti in perpetuo dai pubblici uffici Leone, Carmelo e Gaetano Soriano e Francesco Parrotta. Cinque anni di interdizione per Graziella Silipigni che unitamente al figlio Giuseppe Soriano dovra’ risarcire la parte civile Giuseppe Deodato, titolare di un bar e vittima per anni delle vessazioni dei Soriano.