Reggio Calabria – Il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha rimodulato la lotta al fenomeno del narcotraffico concentrando le indagini di droga, indipendentemente dalla collocazione geografica delle singole cosche, con la collaborazione del procuratore aggiunto Nicola Gratteri. E’ quanto emerso stamani nel corso della conferenza stampa tenuta dagli inquirenti per illustrare i risultati dell’operazione “Santa Fe'”, condotta dalla Guardia di Finanza, con la collaborazione della Guardia Civil spagnola e della Dea statunitense, e che ha portato all’arresto di 38 persone tra Italia e Spagna. Dalle indagini e’ emerso che cosche diverse, storicamente operanti sul versante tirrenico e su quello jonico, facevano affari insieme per importare la cocaina dal Sud America. “Le indagini sviluppate negli ultimi anni – ha spiegato il procuratore Cafiero De Raho – hanno evidenziato che esiste un organismo di vertice centrale delle cosche di ‘ndrangheta nel Reggino, un organismo di vertice che consente non solo di mantenere una disciplina, ma anche una collaborazione”.
“In diverse indagini – spiega il procuratore – si nota la confluenza nell’ambito della stessa attivita’ criminale di traffico di stupefacente, di cosche della tirrenica, come in questo caso la cosca Alvaro e la cosca Pesce, e della jonica, come la cosca Aquino e Coluccio. Quando queste cosche cosi’ significative e radicate sul territorio da oltre un trentennio si alleano per portare avanti una stessa operazione, credo che sia questa la dimostrazione piu’ evidente che la ‘ndrangheta non e’ polverizzata in tante cosche ciascuna sovrana nel proprio territorio, ma e’ piuttosto una grande organizzazione che si muove per fare affari insieme”. La risposta della Procura non si e’ fatta attendere. “Per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti – ha chiarito Cafiero De Raho – c’e’ stata una sorta di concentrazione delle indagini, indipendentemente dal versante in cui il fatto si verifica, sostanzialmente l’indagine viene concentrata nell’ambito di un unico titolare, il tutto sovraordinato dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri, che avendo piu’ esperienza in questa maniera e’ certamente quello in grado di collaborare con il procuratore, che resta il titolare di tutta l’attivita’ della DDA, ma riesce in questo modo – ha concluso il procuratore – ad avere una maggiore attenzione per il fenomeno del traffico internazionale di stupefacenti”.