Messina – Quattordici persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Messina con l’accusa di far parte di un’organizzazione siciliana con base a Milano che acquistava cocaina da cartelli colombiani per poi spacciarla. Sequestrati anche beni per 250.000 euro. Dodici degli indagati sono stati trasferiti in carcere. L’indagine, che i finanzieri hanno chiamato “Holiday”, e’ stata coordinata dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina hanno dunque smantellato l’organizzazione criminale che gestiva un traffico internazionale di stupefacenti tra la Colombia e l’Italia. Ai quattordici arrestati si e’ aggiunto un 35enne messinese, sorpreso in flagranza di reato in quanto nella sua abitazione e’ stata trovata della sostanza stupefacente. L’operazione prende il nome dal termine in codice (“vacanza”) utilizzato da un messinese il cui alias era “Ginger”, elemento di spicco del gruppo, quando doveva recarsi in Sud America per organizzare le spedizioni di cocaina.
I viaggi in Colombia, a Santo Domingo o a Panama avevano, infatti, quale unico scopo quello di curare il traffico di droga. Le indagini, coordinate dal procuratore Aggiunto Ardita, e dal sostituto Fabrizio Monaco, hanno permesso d’individuare in ‘Ginger’ l’intermediario, che, nell’ambito del clan, teneva i rapporti con i cartelli colombiani, pagava i carichi con il denaro che – tramite Money Transfer, carte anonime prepagate e soggetti compiacenti – gli perveniva dall’Italia, e curava infine il trasporto dello stupefacente, materialmente affidato a corrieri. In Italia, la droga veniva consegnata a un’altra persone, chiamata “Pippo”, noto trafficante messinese attualmente operante a Milano. Questi, grazie ad una fitta rete di contatti, provvedeva allo smistamento della cocaina verso tre gruppi criminali dislocati: nel nord Italia, in particolare a Bergamo, Milano, Lodi e Aosta; nell’area centrale, tra la capitale e Lido di Ostia, dove e’ ancora oggi conosciuto per i suoi stretti rapporti con il boss Carmine Fasciani; e in Sicilia, dove tra i contatti piu’ importanti c’e’ un nipote di Benedetto Santapaola. I diversi gruppi provvedevano, quindi, a fornire la cocaina ai pusher.
Nel corso dell’inchiesta le Fiamme Gialle hanno ‘seguito in diretta’ l’arresto all’aeroporto di Bogota’, dalle autorita’ colombiane, di due corrieri che stavano avviandosi a rientrare in Italia trasportando circa 6 chili di cloridrato di cocaina. La droga, una volta arrivata a destinazione e tagliata dal gruppo criminale indagato, avrebbe potuto fruttare oltre mezzo milione. E’ peraltro emerso che l’uomo utilizzava parte dei proventi per concedere prestiti. Numerose le perquisizioni e sequestrati beni per oltre 250 mila euro.