Peculato: Calabria; inquirenti, “rimborsi non dovuti per 2,5 mln”

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Reggio Calabria – Ammontano a quasi 2,5 milioni di euro le somme contestate alle 27 persone indagate (tre delle quali finite ai domiciliari e 5 destinatarie di divieto di dimora in Calabria) nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza su presunte irregolarita’ nella gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliri regionali. Si tratta delle somme sequestrate “per equivalente” dalle Fiamme Gialle agli indagati. I finanzieri, coordinati dalla Procura di Reggio, hanno svolto un’ampia attivita’ di indagine, finalizzata alla verifica del corretto impiego delle somme stanziate dalla Regione Calabria per le finalita’ di funzionamento dei gruppi consiliari. Le condotte illecite contestate sarebbero emerse dai documenti acquisti in Consiglio regionale nonche’ da accertamenti bancari, indagini tecniche, riscontri contabili esterni finalizzati alla “verifica oggettiva e soggettiva” delle operazioni documentate dai vari esponenti politici.
Le verifiche hanno interessato la IX Legislatura ed hanno riguardato tutti i gruppi politici operanti nel triennio 2010/2012. Oltre alla non “idoneita’” della spesa, sarebbero state rilevate dai finanzieri casi di operazioni inesistenti. Diverse, secondo l’accusa, le discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei gruppi e quanto documentato mediante la presentazione del rendiconto “annuale”, celando il corretto impiego per cui i fondi pubblici erano destinati. Un ulteriore elemento di frode, rilevato nel corso delle indagini, sarebbe stata stata la doppia documentazione delle spese che, in taluni casi, avrebbe consentito agli indagati di ottenere un duplice rimborso per le spese.

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