Cosenza – “L’uragano che nelle ultime ore ha colpito la Giunta regionale della Calabria, al netto di un consuntivo della vicenda, ci restituisce un triste risultato : svegliarsi e rendersi conto che tutto e’ cambiato affinche’ nulla cambi”. Lo afferma il senatore ex M5S Francesco Molinari (Al). I proclami dell’attuale Governo regionale di una inversione di rotta – aggiunge – erano solo pubblicita’ della peggiore risma. In realta’ sono solo state spostate le coordinate degli interessi ma le modalita’ dell’azione della maggiore istanza politica calabrese sono rimaste le stesse, con al centro i privilegi personali di chi governa – oggi non diversamente da ieri – a discapito dei calabresi e delle loro necessita’. Attendiamo l’evoluzione delle indagini : non spetta a noi, al di la’ dell’ovvio sconforto iniziale, il ruolo affidato alla magistratura. Cio’ che non possiamo fare a meno di notare, e intendiamo politicamente condannare, e’ l’assenza del mantenimento di quelle promesse fatte durante la recente campagna elettorale. Basta con gli slogan, le frasi fatte ed i messaggi cifrati. Possiamo sperare che molto presto la Calabria possa contare su uomini di buona volonta’ e non su politicanti interessati a predicare bene e razzolare male ? Altro che vento nuovo ! Siamo stati 8 mesi – sottolinea Molinari – senza una Giunta e tre degli Assessori designati sono stati travolti dalla bufera giudiziaria “Erga Omnes” : alla faccia della legalita’ ! Spero che quanto accaduto non serva solo a riempire le pagine dei giornali ed a risvegliare lo sdegno dei cittadini ma rappresenti una spinta a cambiare davvero registro. Spero che l’ennesimo spostamento in alto del livello dell’indecenza ispiri il Presidente Oliverio a quella rivoluzione necessaria a recuperare il principio di legalita’ e una nuova gestione della cosa pubblica: si esigono nuovi nomi che corrispondano a personalita’ di alto profilo e che scongiurino nuove inchieste, allontanando la collusione – sempre in agguato – con il malaffare. I calabresi – conclude Molinari – non possono pretendere di meno e hanno nelle loro mani il potere di esigere un reale cambiamento delle cose, scegliendo nel segreto delle urne di non dare piu’ credito ad un corpo politico che ha dimostrato di essere capace di badare solo ai fatti propri e non al benessere dei cittadini”.