‘Ndrangheta: 30 anni in appello al boss Grande Aracri

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Catanzaro – Trent’anni di carcere per Nicolino Grande Aracri, ritenuto il boss di Cutro. E’ quanto deciso oggi dalla Corte d’Assise d’appello di Catanzaro presieduta dal giudice Palma Talerico. In primo grado l’uomo, soprannominato “mano di gomma”, era stato assolto assieme al fratello Ernesto. Per quest’ultimo la pronuncia di non colpevolezza e’ stata confermata. La corte catanzarese ha inoltre ridotto le pene per Salvatore Nicoscia, 25 anni e 6 mesi, e Vito Martino, 30 anni. Entrambi in primo grado erano stati condannati all’ergastolo. Gli imputati erano chiamati a rispondere, a seguito dell’inchiesta “Scacco matto”, dell’accusa di aver ideato ed eseguito alcuni omicidi di mafia avvenuti alla fine degli anni Novanta nel territorio crotonese e, in particolare, l’uccisione di Antonio Simbari (avvenuto il 22 settembre 1999 a San Mauro Marchesato) e il duplice omicidio di Franco Arena e Francesco Scerbo (avvenuto il 2 marzo 2000 a Isola Capo Rizzuto). Secondo quanto stabilito dalla Corte d’assise d’appello, inoltre, Nicolino Grande Aracri, che per gli inquirenti sarebbe a capo della nuova “Provincia” di ‘ndrangheta, sara’ interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.