‘Ndrangheta: operazione in Italia e Germania, 10 arresti

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Reggio Calabria – I Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con la Polizia tedesca, hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare personalia carico di altrettante persone indagate per associazione di tipo mafioso e concorso in associazione di tipo mafioso, aggravati dalla transnazionalita’ dei reati, poiche’ commessi in Italia e Germania da un gruppo criminale organizzato impegnato in attivita’ criminali in piu’ di uno stato. L’operazione, chiamata in codice “Rheinbrucke”, e’ la prosecuzione dell’operazione “Helvetia”, che aveva svelato la presenza di alcuni esponenti della ‘ndrangheta in Svizzera.
Il nuovo filone investigativo avrebbe dato una sostanziale conferma dell’esportazione del modello ‘ndranghetistico in Svizzera e Germania, dove l’organizzazione criminale e’ stata “clonata” realizzando strutture analoghe a quelle tradizionalmente tipiche del territorio calabrese e con evidenti stretti legami di dipendenza con l’organismo di vertice in Calabria.

In Italia le indagini sono state condotte dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, che hanno esteso il loro operato fino a Fabrizia, in provincia di Vibo Valentia, dove sono stati arrestati due degli indagati. Gli altri 8 arresti sono stati eseguiti dalle forze dell’ordine tedesche, che hanno partecipato all’operazione con il BKA e l’LKA, rispettivamente la polizia federale e del Lander Baden-Wurttemberg. A essere raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Reggio Calabria Olga Tarzia, i dieci indagati sono considerati presunti appartenenti ai “locali” di Rielasingen, in Germania, e Fabrizia. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di stampo mafioso e concorso in associazione mafiosa, aggravati dalla transnazionalita’ del reato, commesso in Italia e Germania.
Le indagini hanno preso avvio nel 2012, e rappresentano la naturale prosecuzione dell’operazione Helvetia, che aveva svelato la presenza della ‘ndrangheta in Svizzera; ma elementi di indagine risalgono anche alle operazioni “Il Crimine”, “Santa” e “Capodue”, queste ultime due svolte rispettivamente in Germania e Svizzera. L’operazione di stamani ha svcelato l’esistenza di “locali” di ‘ndrangheta a Singen, Rielasingen, Ravensburg ed Engen, riuscendo ad approfondire il rapporto tra le cosche radicate in Germania e la ‘ndrangheta della provincia reggina. I rapporti con la ‘ndrangheta calabrese, infatti, secondo l’accusa, erano tenuti attraverso Domenico Oppedisano, l’uomo arrestato nell’operazione “Il Crimine” quale presunto capo della “provincia”, l’organismo di vertice della ‘ndrangheta. Sono stati ricostruiti organigrammi e ruoli in seno ai “locali”.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Antonio Critelli, 69 anni, di Borgia (Cz), avrebbe avuto la funzione di “capo locale” del locale di Rielasingen; Domenico Nesci, 47 anni, e’ indicato come “vice” capo del locale di Rielasingen; Salvatore Cirillo, 40 anni, sarebbe “mastro di giornata” del locale di Rielasingen; Achille Primerano, 68 anni, presunto appartenente al “locale” di Rielasingen, personaggio, secondo gli inquirenti, in grado di conferire cariche e doti; Raffaele Nesci, 46 anni, Domenico Nesci di 54 , Vittorio Ienco di 62 e Raffaele Giacomini di 57 anni sarebbero componenti della “societa’” con la qualita’ di partecipi attivi alla locale di Rielasingen; Raffaele Primerano, 44 anni, e Maria Giovanna Nesci, di 73, (questi ultimi due arrestati in Italia) presunti appartenenti alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale del locale di Fabrizia (Cz). L’indagine avrebbe confermato l’esportazione del modello ‘ndrangheta in altre nazioni. La struttura organizzativa infatti sarebbe stata “clonata” con quella tipica del territorio calabrese e avrebbe stretti legami di dipendenza dai clan calabresi. L’operazione ha visto impegnati oltre 50 Carabinieri, e 200 uomini della polizia tedesca.

 

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