Reggio Calabria – Il valore dei beni sottoposti a confisca a carico del defunto Rocco Musolino ammonta a 153 milioni e 150 mila euro. “Una cifra stimata per difetto”, ha precisato il procuratore capo Federico Cafiero De Raho nel corso della conferenza stampa tenuta in Procura, al Cedir, per illustrare i dettagli della maxi confisca. Il provvedimento emesso dal Tribunale sezione misure di prevenzione riguarda: 218 appezzamenti di terreno agricoli in provincia di Reggio Calabria; quote sociali e patrimonio aziendale della Maius Immobiliare Srl, agenzia immobiliare con sede in Reggio Calabria e con un patrimonio sociale che ricomprende 19 immobili; l’impresa individuale Musolino Rocco di Francesco, operante nell’industria boschiva; 101 fabbricati compreso un appartamento di notevolissimo pregio in Piazza dei Re di Roma nella capitale; numerosi rapporti finanziari, tra conti correnti, polizze assicurative e depositi titoli, per un valore stimato in oltre 7 milioni di euro.
‘Ndrangheta: confisca beni, De Raho “colpiti colletti bianchi”
“Rocco Musolino era stato condannato in primo grado nel processo Olimpia e poi assolto in appello, assolto per omicidio. Con lo strumento di prevenzione ha trovato finalmente la sanzione che ha consentito di sottrarre il patrimonio”. Lo ha detto il procuratore capo Federico Cafiero De Raho, commentando nel corso della conferenza stampa tenuta oggi in procura la confisca di beni per oltre 150 milioni di euro eseguita a carico del defunto Rocco Musolino. “E’ ritenuto – ha proseguito Cafiero De Raho – elemento apicale della cosca di Santo Stefano in Aspromonte, legato ai Serraino della Montagna e indicato da numerosi collaboratori di giustizia come elemento di rilievo della ‘ndrangheta. Tutti concordano nell’indicarlo come punto di riferimento anche di altre cosche. Quel che connota la sua figura – ha puntualizzato il procuratore capo – e’ la capacita’ di tenere rapporti con uomini delle istituzioni. Rocco Musolino era l’espressione piu’ avanzata della ‘ndrangheta apparentemente dei colletti bianchi”. Cafiero ha quindi spiegato che la parabola ascendente del “re della montagna”, imprenditore nel settore boschivo, inizio’ alla fine degli anni 80, quando si aggiudico’ appalti per forniture alla Regione Calabria.