Pedofilia: don Di Noto, nella Chiesa rischio tornare a nascondere

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CdV – Il rischio che dopo l’indignazione suscitata da alcune inchieste e verita’ su abusi sessuali sui minori venute a galla, si torni ad “occultare perche’ scandaloso, politicamente e religiosamente scorretto” e’ denunciato in una nota da don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, per il quale anche nella Chiesa “la storia recente riguardo allo scandalo della pedofilia ha confermato, tristemente, questa tendenza”, con “le nuove forme di schiavitu’ protette e nascoste non solo dalle istituzioni civili, ma anche da quelle religiose”. “Omettere una denuncia, quando vera e riscontrabile, non aiuta nessuno. Non favorisce la consapevolezza del male e consente che il male proliferi e si diffonda”, afferma il sacerdote ricordando, in merito all’obbligo morale di collaborare con la giustizia civile per contrastare questi crimini, “l’autorevolezza delle parole di Papa Francesco che rappresentano una rivoluzione culturale, un monito e una indicativa prassi per chi e’ vittima e per chi deve tutelare le vittime”.

“Il Papa – sottolinea don Di Noto – non si e’ tirato indietro nel dire che bisogna ‘denunciare’, infatti diceva che: ‘si dovrebbe cercare le modalita’ piu’ idonee per penalizzare quanti si rendono complici di questo mercato disumano'”. Secondo don Di Noto, “deve aumentare la conoscenza delle autorita’ civili per questa tragedia che costituisce un regresso dell’umanita’”. Purtroppo, rileva Di Noto, “tante volte queste nuove forme di schiavitu’ sono protette dalle istituzioni che devono difendere la popolazione da questi crimini”. L’esperienza di chi e’ dalla parte delle vittime ha dimostrato che se non denunciamo e segnaliamo con “forza sovversiva” – nonostante il tentativo del ‘clan’ di soffocare lo scandalo, di censurare l’accaduto – qualcuno a nome di Dio, si fa carico di rompere il silenzio e di narrare le storie di abusi che sono nella societa’ soffocate dal ‘potere'”. “Dobbiamo essere capaci di strappare all’oblio le testimonianze scomode e non rimuoverle per ‘dormire sonni tranquilli'”, esorta il fondatore di Meter che confida: “non dormo da decine d’anni. E continuero’ a denunciare perche’ voglio essere fedele al Vangelo per morire con la gioia di averne salvato almeno uno di quei piccoli violati. Di averlo liberato dalla schiavitu’. E di ammonire, chi ha compiuto simili abomini, che se lo chiede c’e’ anche per lui una redenzione, un riscatto, una vita nuova”.