‘Ndrangheta: Roberti, gioco online usato per riciclaggio

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Reggio Calabria – “La ‘ndrangheta investe nel gioco online. Questa indagine va a toccare un obiettivo forse ancora troppo poco attenzionato rispetto all’importanza e alla rilevanza anche economica di affare criminale che sottende al gioco online”: Cosi’ il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che oggi a Reggio Calabria ha partecipato alla conferenza stampa tenuta in occasione dell’operazione Gambling, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina e che ha visto impegnate tutte le forze dell’ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia e Dia) che hanno eseguito 41 arresti e altre 10 misure cautelari personali.

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Il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, ha spiegato la genesi dell’indagine, avviata dalla denuncia di un titolare di un punto di commercializzazione, costretto ad accettare una modalita’ di scommesse del tutto vietata dalla legge italiana: ossia accettare anche il pagamento diretto da parte dei giocatori. Era un sistema, ha svelato Cafiero De Raho, che serviva all’organizzazione per bypassare le norme e i controlli della legislazione nazionale, e quindi consentiva di incamerare in contanti le giocate dei clienti, senza corrispondere al fisco le relative tasse. In questo modo non solo veniva eluso il fisco, ma era stato creato anche un gigantesco meccanismo di riciclaggio del denaro cosi’ illecitamente accumulato. Il giro d’affari non e’ stato ancora nemmeno ipotizzato dagli inquirenti, si parla di numeri molto grandi, basti pensare che il valore dei beni sottoposti a sequestro, tra cui 56 societa’ e 15 mila punti commerciali, ammonta a 2 miliardi di lire. Per rendere un’idea del giro di denaro e’ stato ricordato dagli inquirenti che il volume di affari di una singola agenzia, per pochi giorni, era di 200 mila euro. Tra l’altro e’ emerso che in Calabria il volume delle giocate e’ in generale di gran lunga maggiore alla media di altre regioni italiane, meno depresse della punta dello Stivale. Segno, secondo gli inquirenti, che in Calabria esiste un sommerso significativo, se il gioco nella sola provincia di Reggio Calabria occupa il 10% del Pil della stessa provincia. “Il gioco online – ha affermato il procuratore nazionale della Dna – e’ sicuramente uno degli strumenti privilegiati dalla ‘ndrangheta per il riciclaggio”.

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