Infrastrutture: Uil, non basta riapertra tratto A/3

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Catanzaro, 27 lug. – “E’ inaccettabile, che il ministro Del Rio, in visita in Calabria, identifichi come un intervento strutturale per la nostra regione la riapertura del viadotto Italia e che definisca il completamento dell’alta velocita’ ferroviaria sulla direttrice Napoli-Bari, senza fare alcun accenno ad un intervento di portata simile per il nostro territorio”. Lo affermano il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo e quello della Uiltrasporti Calabria, Giuseppe Rizzo. “Ci saremmo aspettati – affermano – ben altro dalle parole del ministro: restituire ai calabresi “prigionieri” nel proprio territorio, dopo la caduta del viadotto Italia, una condizione di normale transito con il resto del Paese, e’ il minimo che il governo di un Paese evoluto, ha il dovere di garantire ai propri cittadini. La Calabria che vuole svincolarsi dalla morsa di arretratezza, che vuole aprirsi al mondo e combattere la criminalita’ organizzata, ha bisogno di interventi concreti sul sistema ferroviario, su quello stradale ed aeroportuale e delle attenzioni di Palazzo Chigi. Il governo deve tornare ad investire al Sud e in particolare modo in Calabria , lo deve fare sfruttando al meglio i fondi nazionali ancora a disposizione e utilizzando con saggezza, evitando preoccupanti ed inutili polverizzazioni, quella che potrebbe essere l’ultima occasione di finanziamento europeo. I calabresi – aggiungono – soffrono per il mancato ammodernamento degli assi infrastrutturali regionali. La mobilita’ in Calabria e’ sempre piu’ un problema urgente da risolvere. Un gap atavico che non puo’ essere superato con interventi emergenziali, ma deve essere affrontato con politiche di sistema che siano supportate economicamente. Il caos di queste ultime settimane, non ancora del tutto superato, malgrado la riapertura parziale del viadotto Italia lungo la Salerno-Reggio Calabria e dai lavori sullo svincolo di Lamezia Terme, ha messo ancora una volta in risalto le carenze pesanti del sistema dei trasporti regionale. Questo deficit, sommato al mancato potenziamento dei servizi su rotaia e dell’offerta aeroportuale e da un reticolo di Strade statale per lo piu’ impercorribile e pericoloso, rischia di allontanare sempre piu’ la Calabria dalla via della crescita e dello sviluppo”.

“La Calabria, – continua la Uil – nel vivo della stagione estiva, rischia di patire l’ennesimo colpo mortale per la sua economia gia’ malmessa e malridotta. Tutto questo – proseguono – e’ inaccettabile, soprattutto se si pensa che in riferimento alla Salerno-Reggio Calabria e alla Ss 106, si parla di infrastrutture sulle quali sono pendenti cantieri ultradecennali”. La Uil Calabria, continua la nota, ” e’ convinta che, davanti al protrarsi insostenibile di questa situazione, non sia piu’ rinviabile l’apertura di un confronto serio ed approfondito fra le parti sociali e governo nazionale e regionale. Non e’ piu’ rinviabile da parte del governo, la concreta definizione di una programma di investimenti in infrastrutture e trasporti per il Mezzogiorno e in particolare modo per la Calabria, necessario a mettere in rete il Sud, sempre piu’ distante dal Nord del Paese e dall’Europa. Il futuro economico e sociale della nostra regione, della logistica a Gioia Tauro, non puo’ prescindere dalla realizzazione dell’alta capacita’, dell’alta velocita’ ferroviaria, dalla conclusione dei lavori sulla Salerno/ Reggio Calabria e dall’ammodernamento della Ss 106. Al presidente della Regione Oliverio e alla sua giunta spetta il compito di incalzare il governo nazionale su questi temi, e di procedere al tempo stesso, ad un repentino cambio di passo in ordine alle politiche di trasporto locale, attraverso la concretizzazione del nuovo Piano dei trasporti regionali, dal quale partire per trovare soluzioni alle problematiche del presente e programmare lo sviluppo futuro del territorio e dei servizi di mobilita’ che vi sono presenti. Un Piano regionale dei trasporti, da troppo tempo annunciato, ma ancora in alto mare, in grado di compiere un’operazione verita’ sui costi, recuperare il giusto rapporto fra il peso del trasporto su gomma e quello su rotaia, da interconnettere con quello aereo, mediante investimenti sulla rete, politiche di incentivazione all’utilizzo dei mezzi pubblici e una riorganizzare e razionalizzare delle societa’ regionali di gestione. Serve dunque – affermano – un’azione politico-istituzionale di discontinuita’ con il passato, per salvaguardare l’occupazione, eliminare gli sprechi, abbattere i poltronifici, al fine di riportare al giusto profitto e alla necessaria economicita’ l’intero settore del trasporto pubblico locale e, realizzare una mobilita’ di persone e merci qualificata in termini di qualita’ e quantita’ dei servizi”.