Immigrati: 49 morti in stiva, “scafisti bastonavano chi usciva”

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Catania – Nella stiva si soffocava, ma chi tentava di uscire veniva ricacciato sotto dagli scafisti a calci e pugni, e i piu’ ribelli venivano colpiti a bastonate e cinghiate. Cosi’, segregati con la violenza in uno spazio angusto trasformato dai vapori del motori in una camera a gas, sono morti 49 immigrati il giorno di ferragosto, su un barcone salpato dalla costa libica di Zwara e poche ore dopo socorso dalla nave “Cigala Fulgosi” della Marina militare. E’ lo scenario che emerge da un’indagine lampo della polizia di Stato e della Guardia di finanza, che hanno fermato 8 scafisti a Catania, dov’erano arrivati ieri mattina assieme agli oltre 300 superstiti della traversata e alle 49 salme, sulla nave norvegese “Siem pilot”. Gli aguzzini sono stati individuati in base alle testimonianze dei progughi sopravvissuti, tra i quale anche familiari delle vittime. Le persone che hanno trovato la morte nella stiva avevano pagato un prezzo inferiore accettando di viaggiare sotto coperta, in una sistemazione a buon mercato ma fatale gia’ in diverse altre occasioni. A sottoporre a fermo i presunti scafisti e’ stata  la polizia assieme alla Guardia di Finanza di Catania.

 

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Tra gli otto fermati a conclusione delle indatini coordinate dal procuratore facente funzioni di Catania, Patane’, vi e’ anche un siriano di 17 anni. Anche gli altri sette sono quasi tutti giovanissimi, poco piu’ che maggiorenni. Si tratta dei libici Tarek Jomaa Laamami, 19 anni, Mohamed Assayd, Ali’ Farah Ahmad, e Abd Arahman Abd Al Monssif, tutti e tre di 18 anni e dei marocchini Ayooub Harboob, 20 anni, Mustapha Saaid, 23 anni e Isham Beddat, 30 anni. Devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio volontario plurimo. Costituivano l’equipaggio del barcone su cui erano state imbarcate dai trafficanti in totale 362 persone. Le indagini erano state avviate gia’ sul pattugliatore norvegese “Siem pilot”, che fa parte della flotta del dispositivo europeo ‘Triton’ e sul quale era in servizio anche un militare della Guardia di finanza, in qualita’ di ufficiale di collegamento di Frontex. Il militare ha raccolto i primi elementi, sviluppati poi dai colleghi del Gico, che hanno raggiuntoin alto mare l’imbarcazione norvegese con unita’ veloci della Guardia di finanza salpate da Catania, per procedere subito alla ricerca degli scafisti. Il marocchino Ayooub Harboob, secondo quanto emerso, fungeva da comandante mentre gli altri si occupavano della distribuzione dell’acqua, della disposizione dei passeggeri e di mantenere l’ordine a bordo, dove il sovraffollamento causava tensioni continue I sette fermati maggiorenni sono stati trafseriti nel carcere catanese di Piazza Lanza, mentre il minorenne e’ stato affidato a un centro di prima accoglienza.

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Immigrati: Pm, 49 morti su barcone e’ stato omicidio volontario
“Le indagini sono iniziate nell’immediatezza, non appena la nave norvegese e’ giunta in porto. Alcuni dei superstiti hanno indicato chi era il comandante dell’imbarcazione e i membri dell’equipaggio e soprattutto hanno detto chi erano le persone che impedivano a quei poveri disgraziati che erano nella stiva di uscire per respirare'”. Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Catania facente funzioni, Michelangelo Patane’, parlando con i giornalisti dopo l’arresto di 8 scafisti accusati di omicidio volontario per la morte dei 49 immigrati nella stiva del barcone soccorso a ferragosto. Il reato, ha spiegato il procuratore, e’ stato contestato perche’ “molti hanno tentato di uscire per prendere aria ma sono stati respinti a colpi di cinghia ed altri oggetti e pedate in testa. Di conseguenza hanno cagionato la morte, verosimilmente per asfissia, di 49 persone, stipate nella stiva, dove arrivavano anche i gas di scarico”.

Immigrati: rimpatriati 116 marocchini, erano su barcone 49 morti
C’erano anche 116 marocchini sul pattugliatore norvegese “Siem pilot” che ieri ha condotto a Catania le salme dei 49 immigrati morti soffocati nella stiva di un barcone il giorno di ferragosto e gli oltre 300 superstiti. E’ stato accertato durante le procedure di identificazione. I marocchini, che subito dopo lo sbarco erano stati trasferiti nel Cie di Trapani, non hanno diritto di asilo e sono percio’ considerati immigrati clandestini. Il questore di Catania Marcello Cardona ha emesso nei loro confronti un ordine di respingimento e di riaccompagnamento nel Paese d’origine. I 116 marocchini verranno rimpatriati con un volo charter.