Immigrati: 6 scafisti presi a Palermo, soldi per uscire da stiva

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Palermo – Decine di donne e bambini chiusi a chiave nella stiva di un barcone e fatti uscire dagli scafisti solo dopo il pagemento di una somma, una sorta di “riscatto”, da parte dei loro parenti: questo sarebbe accaduto su un barcone con a bordo 432 immigrati, soccorso il 19 agosto scorso al largo della Libia dalla nave “Diciotti” della Guardia costiera. A raccontarlo gli stessi profughi, interrogati dalla polizia di Stato dopo il loro sbarco a Palermo il 20 agosto. In base alle loro testimonianze, sono stati individuati e fermati i sei uomini che costituivano l’equipaggio del barcone. La “Diciotti” aveva condotto a Palermo il 20 agosto 359 dei 432 immigrati che viaggiavano sul quel barcone nel Canale di Sicilia. Altri 73 erano stati invece trasbordati su un pattugliatore della Guardia di finanza. Tra i 359 profughi sbarcati a Palermo, 60 donne, una delle quali incinta, e 56 minori, tutti di presunte origini siriane. Nessuno di loro e’ rimasto in Sicilia: secondo le disposizioni del ministero dell’Interno sono stati, infatti, distribuiti in vari centri di accoglienza del centro e del nord Italia.

Dai racconti degli immigrati e’ emerso anche che al momento della partenza dalla Libia i trafficanti volevano far salire sul barcone 550 persone, ma i passegeri si sono ribellati temendo per la loro incolumita’ con questo carico eccessivo di persone. Dopo questa rivolta, con forti momenti di tensione, gli scafisti hanno infine fatto imbarcare solo 432 persone.
Gli arrestati, tutti sedicenti egiziani, sono Mustopha Taysir, 38 anni, Ahmed Solah, 29 anni, Mohammud Alli, 22 anni, Mohammed Abdella, 24 anni, Mohammed Taysir, 42 nni, e Mohamed Shafi Ala,28 anni.