‘Ndrangheta:killer Fortugno scrive libro poesie, ma non chiede scusa a famiglia

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Reggio Calabria – Salvatore Ritorto, il killer del vice presidente della Regione Calabria, Francesco Fortugno, assassinato da cinque colpi di pistola per i quali ha incassato 70 mila euro, a Locri il 16 ottobre del 2005, secondo quanto riportano le sentenze definitive, ha scritto un libro di poesie, “Il prigioniero libero. Pensieri, emozioni, considerazioni dall’ergastolo”, uscito in libreria in questi giorni. Versi sulla durezza del 41 bis e dell’ esperienza carceraria, sulle ingiustizie subite e sull’isolamento nel quale si trova da oltre nove anni, viste le dure misure carcerarie. Ma il legale di Salvatore Ritorto, Rosario Scarfò, intervistato da Klaus Davi, per il suo programma KlausCondicio visibile al seguente link, https://www.youtube.com/user/klauscondicio , mette le mani avanti: “Non è il libro di un pentito. Ritorto non chiede scusa alla famiglia per un semplice motivo, sostiene di non essere lui il killer di Fortugno.” E alla domanda: “Ritiene di incontrare i familiari di Fortugno per dire la sua verità?”, il legale risponde “Non credo, non potrebbe neanche visto che è sottoposto a 41bis. E poi perché visto che – secondo quanto ha sempre detto – non è stato lui a uccidere il politico calabrese (come invece ribadiscono numerose sentenze definitive ndr) e per dimostrare questo, siamo ricorsi alla Corte Europea e siamo in attesa di un pronunciamento. Il mio assistito – prosegue – è stato coinvolto in questa vicenda in base alle dichiarazioni di due pentiti. Quindi, non c’è motivo di chiedere scusa perché, ha sempre ribadito, di non aver commesso il fatto”.
Pronta la replica del figlio di Francesco Fortugno, Peppe, che sempre a KlausCondicio nella puntata successiva dichiara:”Ci sono sentenze definitive. Il processo è stato lungo, articolato e molto sofferto. Le poesie non sono cose che mi possono riguardare. Non lo leggerò né ora né avanti. Il suo libro non mi commuove. Nega di essere stato il killer? Per il processo di mio padre – continua Beppe Fortugno – ci sono stati cinque gradi di giudizio. Il processo è definitivo. Non temiamo una sentenza della Corte Europea, perché sono sicuro al 100 per cento che è lui il killer di mio padre. Chiedere scusa? Non devono farlo ma devono scontare la condanna”. E alla domanda di Klaus Davi: “Chi ha armato Ritorto?” Fortugno risponde:“ Il processo, a mio avviso, è stato fatto molto bene. Rimane una zona grigia, che c’è più in alto, degli organizzatori del killer”.