Usura e riciclaggio: 9 arresti della Guardia di Finanza a Lecce

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Lecce – Dalle prime ore di questa mattina i militari della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura di Lecce, stanno eseguendo nove arresti nei confronti dei componenti di un’associazione a delinquere contigua ad una pericolosa famiglia della criminalita’ organizzata locale, dedita all’usura, alle estorsioni, all’esercizio abusivo della raccolta del risparmio, al riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nonche’ alla turbativa d’asta. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria stanno inoltre procedendo a sequestrare sei fabbricati, un opificio industriale, tredici beni mobili registrati (autovetture e motoveicoli), una societa’ di capitali e due ditte individuali, oltre ai saldi attivi di ventisei rapporti finanziari e dieci rapporti assicurativi, tutti riconducibili agli indagati, per una valore complessivo di oltre 5 milioni di euro. I dettagli dell’operazione sono statai illustrati in una conferenza stampa dal Procuratore di Lecce, Cataldo Motta e dal sostituto procuratore Alessio Coccioli, presso il Comando Provinciale della Gdf.

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Una trentina di imprenditori salentini e anche il Fondo nazionale antiracket e antiusura: sono queste le vittime del gruppo criminale sgominato stamattina dalla Guardia di finanza di Lecce, nell’ambito di un’operazione coordinata dal sostituto procuratore Alessio Coccioli. Nove le ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Giovanni Gallo (otto in carcere e una ai domiciliari), nelle quali vengono contestati i reati di associazione a delinquere aggravata dall’uso delle modalita’ mafiose, usura, esercizio abusivo della raccolta del risparmio, estorsione, riciclaggio, turbativa d’asta. I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha preso parte il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta. Il gruppo criminale sarebbe capeggiato da uomini vicini al clan Coluccia di Galatina, che si sarebbero avvalsi proprio della forza intimidatrice per dare maggiore sostegno alle richieste di denaro agli imprenditori in difficolta’. A loro l’organizzazione prestava soldi, chiedendoli poi indietro con tassi di interesse oscillanti tra il 121% e il 183%.

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Gli assegni bancari, che gli indagati ricevevano a garanzia dei prestiti concessi, venivano negoziati su conti correnti intestati a terze persone, a loro riconducibili. Inoltre e’ stato accertato che un’imprenditore edile, individuato come vittima del gruppo criminale, negli anni scorsi, ha presentato domanda per accedere al Fondo, avendo subito in precedenza estorsioni da un altro sodalizio criminale. Il Ministero dell’Interno ha erogato circa 300mila euro, ma circa 115mila sono stati poi versati agli usurai, per ripagare il debito contratto. In tal modo -e’ stato spiegato nel corso della conferenza stampa -l’imprenditore che inizialmente era comparso nell’inchiesta nel ruolo di vittime e’ finito tra gli indagati. Fondamentali, per ricostruire le attivita’ degli usurai, sono state le intercettazioni telefoniche effettuate sui telefoni degli indagati, grazie alle quali sono state ascoltate conversazioni in cui le vittime venivano pesantemente minacciate per convincerle a pagare quanto dovuto.

 
Usura e riciclaggio: indagati anche 3 dipendenti Comune Galatina
Ci sono anche tre dipendenti del Comune di Galatina (Le) tra gli indagati per un giro di usura, scoperto dalla Guardia di finanza di Lecce che ha eseguito nove arresti. Si tratta di persone che avrebbero favorito l’illecita assegnazione dell’appalto del servizio mensa per le scuole dell’infanzia di Galatina (per l’anno 2011/2012) alla moglie di uno dei presunti capi del sodalizio. Stando a quanto ha spiegato il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, “l’assegnazione della gara era avvenuta in maniera familiare e fuori dalle regole”. In particolare, i dipendenti pubblici nell’esaminare le domande presentate dalle varie ditte, avrebbero omesso di rilevare le carenze relative ad alcuni requisiti imposti dal bando da parte dell’azienda che era gia’ stata individuata come vincitrice. Secondo gli accertamenti dei finanzieri, molte somme proventi di usura, sarebbero state riutilizzate dagli indagati per l’acquisto a prezzi irrisori di immobili che venduti all’asta dal Tribunale di Lecce. I riscontri sulle procedure di aggiudicazione hanno evidenziato “condotte tese a turbare la liberta’ degli incanti, mediante azioni ritorsive contro i privati” per costringerli ad abbandonare le aste e ottenere l’aggiudicazione di beni ritenuti interessanti.