Usura: Roberti, associazionismo a rischio strumentalizzazione

Roma – L’associazionismo antiracket e antiusura “in se’ e’ un fenomeno benemerito, ma puo’ prestarsi a delle strumentalizzazioni”. Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, intervenendo ad una tavola rotonda sulle “nuove strategie di lotta all’estorsione e all’usura” organizzata dal Viminale. “Ci sono imprenditori che prendono le distanze dagli estorsori e dagli usurai – ha spiegato Roberti – proprio per rifarsi una verginita’ e accedere ai benefici previsti dalla legge. E ci sono imprenditori meno inclini a denunciare in quanto le loro attivita’ presentano profili di illegalita’ come evasione fiscale, manodopera irregolare, acquisti di merce in nero: al punto che diventa diffiicile distinguere chi denuncia perche’ davvero vittima da chi lo fa strumentalmente per marcare la distanza da un eventuale finanziatore occulto”. Per Roberti, “e’ stato fatto moltissimo per garantire sostegno alle vittime ma il fenomeno dell’usura e dell’estorsione e’ ancora fortissimo e rappresenta il 45% delle attivita’ criminali in genere: e’ assai meno remunerativo, ad esempio, del narcotraffico ma continua a rappresentare una delle principali fonti di reddito delle mafie”. Ne’ vanno trascurati reati correlati come “l’illecita concorrenza” e, soprattutto, “l’esercizio abusivo del credito, quest’ultimo di fatto mai applicato perche’ la norma e’ scritta male: prevede la struttura organizzativa, per cui quando ci troviamo, come spesso accade, davanti ad un soggetto individuale, non c’e’ sanzione”. Sono tutti reati, ha concluso il procuratore nazionale antimafia, “che conoscono un’impennata nei momenti di crisi e che offrono grandi opportunita’ di riciclaggio: per arginarli servirebbe una maggiore sinergia tra prefetture, forze dell’ordine e autorita’ giudiziaria nella circolazione delle informazioni”. Ma sarebbero utili anche “piu’ presenza dello Stato a fianco dei cittadini” e “un sistema fiscale piu’ equo e piu’ efficace.