Blitz anti-droga tra Italia e Albania, 21 arresti

Gdf-Venezia_foto2Venezia – Ventuno arresti sono stati eseguiti tra nord Italia e Albania e sequestri di beni per 10 milioni, di circa 1000 kg tra droga e sostanze da taglio e di due raffinerie in provincia di Verona e di Trento. E’ il bilancio di un vasto blitz contro il traffico internazionale di stupefacenti che ha visto impegnati oltre cento finanzieri del Nucleo polizia tributaria di Venezia-Gico, con il supporto dello Scico, e personale della polizia albanese. L’operazione è stata coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Le indagini, hanno consentito di individuare un sodalizio criminale transnazionale composto da soggetti di origine albanese, dedito all’importazione ed alla commercializzazione sul territorio nazionale di ingenti quantitativi di eroina e marijuana, nonché al reinvestimento dei proventi illeciti nel settore turistico alberghiero. All’esito di oltre quattro anni di investigazioni, il G.I.P. presso il Tribunale di Venezia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 persone responsabili, a vario titolo, dei reati di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti” (art. 74 D.P.R. 309/1990) e “traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti” (art. 73 D.P.R. 309/1990), aggravati dall’essere stati commessi da un gruppo criminale transnazionale (art. 3 L. 146/2006). Il provvedimento è stato eseguito contemporaneamente sul territorio italiano e su quello albanese, in stretta collaborazione tra le Autorità Giudiziarie e di polizia dei due Paesi, con il prezioso coordinamento, per le attività di polizia, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, del Servizio Centrale per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno e del Comando Generale della Guardia di Finanza – II Reparto. Sono in corso decine di perquisizioni in Italia (Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna ed Umbria) con il concorso dei Reparti territoriali e il supporto tecnico-informativo dello Scico di Roma, nonché in Albania al sequestro di diversi beni riconducibili ai vertici dell’organizzazione, individuati nei fratelli Altin ed Emiljan Hajri (una villa di 3 piani e relative pertinenze, due autovetture di grossa cilindrata ed un lussuoso complesso immobiliare di oltre 10.000 metri quadrati, su cui sorgono un hotel, un edificio adibito ristorante – sala ricevimenti, una stazione di servizio, un’officina ed un’area adibita a parcheggio. Le indagini tecniche hanno dimostrato una particolare abilità del gruppo criminale che facevo uso, per comunicare a distanza, di un codice alfanumerico periodicamente rinnovato. Da qui il nome Enigma per l’operazione che richiama i codici utilizzati dalle Forze Armate tedesche durante la seconda Guerra Mondiale.
Sono state inoltre eseguite perquisizioni in territorio albanese e in Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna ed Umbria.