Catanzaro – La Guardia di Finanza di Cosenza ha fermato 4 persone accusate, a vario titolo, di coltivazione e traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di droga. L’inchiesta dei finanzieri, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha portato anche al sequestro di alcune aziende che si occupano della vendita di frutta e verdura. L’operazione ha riguardato il litorale tirrenico. Per le 12, a Catanzaro, nella sede della Dda, e’ programmata una conferenza stampa.
L’operazione “Difesa” condotta da Guardia di finanza e Direzione distrettuale antimafia ha smantellato la rete che riforniva di stupefacenti il territorio che va da Guardia Piemontese, nel Cosaentino, fino alla Basilicata. Quattro le persone arrestate questa mattina, ma non si escludono sviluppi “visto che si tratta – ha spiegato il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri – di in un’area interessata dalla ‘ndrangheta. Stiamo infatti sviluppando dei collegamenti con la criminalita’ organizzata e in particolare con la cosca Muto di Cetraro proprio perche’ un traffico di stupefacenti di questa portata, non poteva essere svolto senza il consenso della ‘ndrangheta”. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni sono iniziate all’indomani del blitz compiuto il 20 novembre 2014 in tre casolari (in localita’ Difesa, da qui il nome dell’operazione), in cui gli uomini del colonnello Marco Grazioli hanno rinvenuto un vero e proprio centro di produzione di cannabis. In quell’operazione vennero rinvenuti oltre due quintali di marijuana e quattrocento grammi di cocaina gia’ pronti per essere immessi sul mercato, oltre a migliaia di piante in fase di coltivazione o di essiccazione, macchinari per il confezionamento. Ma non solo, nei casolari controllati da un sistema di videosorveglianza i finanzieri trovarono pistole, fucili e un manoscritto che rappresenta un vero libro contabile del gruppo. Grazie agli accurati rilievi effettuati sul posto si e’ riusciti a rinvenire un’impronta digitale sulla macchina per sottovuoto utilizzata per confezionare la droga. Da qui gli inquirenti sono risaliti a Cristian Onorato.
L’attenzione degli investigatori si e’ poi concentrata sui lavori di ristrutturazione che erano stati da poco effettuati in uno dei tre casolari. Le fiamme gialle sono riusciti a rintracciare l’impresa che aveva effettuato i lavori e quindi a risalire al committente Fabrizio Iannelli. Ma i finanzieri non hanno tralasciato nulla. Cosi’ a rafforzare il quadro indiziario a carico dei fratelli Fabrizio e Michele Iannelli sono serviti anche i cani da caccia e i cavalli trovati accanto al casolare. Alcuni vicini, sentiti dagli inquirenti, hanno confermato che gli animali appartenevano ai due fratelli arrestati oggi. In ultimo una perizia calligrafica sul manoscritto sequestrato dai finanzieri ha confermato che a scriverlo sono stati i Michele e Fabrizio Iannelli, entrambi gia’ noti alle forze dell’ordine e coinvolti nel 2010 nell’operazione “Overloading”. L’ultima parte dell’indagine e’ servita a ricostruire le operazioni di riciclaggio del denaro sporco. I proventi dello spaccio, secondo gli inquirenti, venivano ripuliti attraverso un sistema di tre aziende ortofrutticole, intestate a dei prestanome ma riconducibili a Michele Iannelli, e dunque poste oggi sotto sequestro. Per il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto l’operazione di oggi dimostra “la vitalita’ del gruppo criminale che aveva a disposizione diverse armi utilizzate, con ogni probabilita’, per compiere rapine in quell’area della Calabria”.