Wind Jet: Pulvirenti arrestato per bancarotta fraudolenta

arresto-pulvirentiCatania – Gli uomini della Guardia di Finanza di Catania hanno arrestato Antonino Pulvirenti e Stefano Rantuccio – rispettivamente presidente e amministratore delegato della compagnia area poi fallita “Wind Jet Spa” – per il reato di bancarotta fraudolenta. Il provvedimento e’ scattato sulla base dell’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Catania.
La Procura di Catania nel luglio del 2015, nell’ambito dell’inchiesta “Icaro” aveva indagato 14 persone, tra cui proprio l’ex patron del Catania Calcio Pulvirenti, per il dissesto di Wind Jet, societa’ ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiuro’ il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di si’ dai creditori. Secondo la Procura etnea le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro “per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005”. Le perdite, sostiene l’accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi spa per 10 milioni di euro. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di societa’ estere che avrebbero predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro.

Wind Jet: Pulvirenti arrestato, maxi sequestro e ‘pista svizzera’
arresto-pulvirenti1Arresti, indagati e sequestri milionari, inseguendo la ‘pista’ dei conti correnti che ha condotto fino in Svizzera, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito. C’e’ tutto questo nell’inchiesta ‘Icaro’ della Guardia di Finanza di Catania che oggi ha portato all’arresto dell’ex patron del catania Calcio Antonino Pulvirenti e di Stefano Rantuccio, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Wind Jet, per il reato di bancarotta fraudolenta, in relazione al dissesto della compagnia aerea. Le Fiamme gialle hanno eseguito anche misure interdittive e sequestrato beni per una somma che si aggira attorno ai cinque milioni di euro. Disposto dal Gip di Catania anche il divieto temporaneo di esercitare attivita’ professionali e imprenditoriali nei confronti di Angelo Agatino Vitaliti, del cda di Wind Jet, Vincenzo Patti e Paola Santagati, rispettivamente presidente del collegio sindacale e commercialista della societa’. I finanzieri hanno eseguito il sequestro preventivo di somme di denaro nei confronti degli indagati anche su conti esteri, individuati in Svizzera.

Tra gli indagati figurano altri manager della compagnia area catanese, nonche’ di societa’ quali DaLe Aviation Ltd’, Jmv Aviation, Emintad Italy, azienda di consulenza strategica, e Bompani Audit. La Procura di Catania nel luglio del 2015 aveva indagato 14 persone per il dissesto di Wind Jet, societa’ ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiuro’ in quel momento il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di si’ dai creditori. Secondo la Procura etnea le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro “per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005”. Le perdite, sostiene l’accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi spa per 10 milioni di euro. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di societa’ estere che avrebbero predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro.
Wind Jet: arresto Pulvirenti, rottami aereo supervalutati 21 mln
arresto-pulvirenti2E’ finita pure la super valutazione dei rottami di un aereo incidentato nel 2010 in fase di atterraggio all’aeroporto di Palermo, nell’inchiesta culminata oggi con gli arresti domiciliari di Nino Pulvirenti e dell’amministartore delegato Stefano Rantuccio, per bancarotta fraudolenta, in relazione al crac della Wind Jet. Quei rottami, spiegano le Fiamme gialle, sono stati valutati 21 milioni di euro, a fronte di un valore riconosciuto dalla societa’ assicuratrice di poco piu’ di 600.000 euro. L’indagine ha infatti documentato una prassi consolidata di sopravvalutazioni operate con il contributo di societa’ estere che, attraverso “perizie di comodo”, hanno gonfiato il valore delle rimanenze di magazzino per oltre 30 milioni di euro. In tale contesto si inquadra il ruolo di due imprenditori stranieri, che risultano indagati, attraverso proprie societa’ estere, la Dale Aviation Ltd e la Powerjet Aviation Service Ltd.

Wind Jet: Bianco, addolorati. Ma nessuna responsabilita’ citta’
“C’e’ una responsabilita’ oggettiva, ma nessuna responsabilita’ di tipo personale, della citta’, in questa vicenda. Siamo veramente e profondamente addolorati, io spero che a questo punto si volti pagina perche’ Catania ha bisogno di riscatto anche dal punto di vista sportivo. Voltare pagina e’ fondamentale”. Cosi’ Enzo Bianco, sindaco di Catania, commenta con i giornalisti la notizia dell’arresto di Antonio Pulvirenti patron di Wind Jet. “Ho la massima fiducia nella magistratura catanese – ha aggiunto Bianco – certo mi dispiace molto per la societa’, per la squadra e per la mia citta’, che ha una tradizione sportiva altissima e che, per errori molto gravi che sono stati compiuti in questi anni, paga un prezzo molto salato. Ci dovremmo rimboccare le maniche – ha concluso il sindaco di Catania – e cercare di aiutare a trovare una soluzione”.
Wind Jet: conti truccati per tentare vendita compagnia a Alitalia
arresto-pulvirenti3Wind Jet gia’ nel 2005 era al collasso e non avrebbe piu’ potuto volare per un aggravio di bilancio. Fu cosi’ che, grazie ad una serie smisurata di false fatturazioni, ha tentato di mettere a posto le carte con un solo scopo: provare a rifilare un “pacco” ad Alitalia che nel frattempo aveva avviato una trattativa per acquistare la compagnia aerea. E’ quanto emerge dall’inchiesta “Icaro” che hanno portato agli arresti domiciliari dell’ex patron del Catania Calcio Antonino Pulvirenti e di Stefano Rantuccio, rispettivamente presidente e amministratore delegato della compagnia aerea; complessivamente 17 le persone coinvolte, tra manager e amministratori di varie societa’. Tra le presunte operazioni fraudolente, i pm inquadrano la rivalutazione del marchio Wind Jet nel 2005: l’anno precedente era stato iscritto al bilancio per un valore di 319 euro e nel 2005 e’ stato ceduto per 10 milioni di euro alla Meridi, societa’ che invece gestisce supermercati che fa parte dello stesso gruppo imprenditoriale. Dalle indagine della Guardia di Finanza sarebbe emerso che il management della compagnia aerea, quando la societa’ era gia’ in crisi di liquidita’, avrebbe distratto ingenti somme di denaro verso altre societa’ del gruppo Pulvirenti: in caso, per 1,8 milioni di euro di un debito contratto con Finaria e un altro come, nel 2009 di 2,4 milioni di euro alla Meridi per il parziale riacquisto del marchio di Wind Jet. Il quadro complessivo emerso dall’esame della documentazione sequestrata, dalle ispezioni informatiche, dalle rogatorie internazionali eseguite in Lussemburgo, Svizzera, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, nonche’ dagli accertamenti bancari, dall’approfondimento di segnalazioni sospette e dalle indagini tecniche, ha confermato che la societa’, gia’ a partire dal 2005 non avrebbe dovuto operare sul mercato in ragione delle ingenti perdite accumulate.

Anche nei bilanci relativi agli anni successivi, sono state individuate artificiose sopravvalutazioni operate con il contributo di societa’ estere che, attraverso perizie di comodo. Rientra in questa strategia la supervalutazione dei rottami dell’aereo incidentato nel 2010 in fase di atterraggio all’aeroporto di Palermo, valutati oltre 21 milioni di euro, a fronte di un valore riconosciuto dalla societa’ assicuratrice di poco piu’ di 600 mila euro. Emersi indizi di responsabilita’ a carico dei componenti dell’organo sindacale ai quali la legge assegna specifiche funzioni di vigilanza e controllo. Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati e dei finanzieri sono finiti anche i responsabili della societa’ di revisione, la “Bompani Audit Srl”, che avrebbero concordato e retrodatato le relazioni di revisione da allegare ai bilanci relativi agli anni dal 2008 al 2011, sulla scorta di indicazioni fornite dal commercialista della Wind Jet, cosi’ da nascondere la reale situazione di dissesto in cui versava la societa’. L’attivita’ degli investigatori ha permesso di rilevare che, sempre con la compiacenza degli imprenditori stranieri, l’amministratore delegato Rantuccio, ha sottratto risorse finanziarie alla societa’ utilizzando false fatture relative alla manutenzione degli aeromobili o all’acquisto di costosi ricambi. L’esame della copiosa documentazione bancaria acquisita ha anche permesso di accertare che lo stesso Stefano Rantuccio, con l’aiuto del fratello Biagio (anch’egli indagato), si sarebbe appropriato, di oltre 270 mila euro tratti da somme precedentemente trasferite dalla Wind Jet su conti di societa’ estere attraverso fatture gonfiate. La restituzione ai Rantuccio e’ avvenuta attraverso bonifici su conti personali e accrediti su carte prepagate intestate a prestanome romeni.