Infrastrutture: vescovo, “troppe opere incompiute nella Locride”

Oliva-09-06Locri(Reggio Calabria) – Troppe opere pubbliche rimangono incompiute nella Locride. A segnalalrlo, in una lettera agli amministratori locali, e’ il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco OLiva. ” Mi permetto di affidare ad un testo scritto – spiega – quanto sento di dover comunicare per una riflessione comune. Lo faccio, reagendo alle domande che mi fanno in tanti, sacerdoti e comuni cittadini, ed alle quali occorre dare delle risposte; spero che le mie parole siano accolte come stimolo ad un ragionamento sereno, ma anche ineludibile. Prima di esprimere disappunto, mi chiedo: perche’ tante opere finanziabili, che porterebbero grandi benefici per la nostra terra, non vengono realizzate? A tal proposito, non mi sento di tacere di fronte al possibile de-finanziamento del “Progetto Locride”, inserito nei Pon sicurezza, per decorrenza dei tempi di presentazione. Tanti si chiedono: che fine hanno fatto quei progetti che prevedevano un finanziamento di oltre 7 milioni di euro, per 16 comuni della Locride, finalizzati alla formazione dei giovani attraverso lo sport ed i centri di aggregazione giovanile? Era prevista la realizzazione di undici impianti sportivi ed otto centri di aggregazione attraverso il recupero di edifici di utilita’ pubblica. Forse erano progetti che non interessavano perche’ miravano ad attivita’ giovanili e che venivano incontro ad istanze di paesi come Africo, Benestare, Careri, San Luca, Plati’, Cimina’, Canolo, Locri ed altri? Non posso pensare che la politica non sia interessata a progetti del genere. Quali sono allora le cause che hanno impedito la realizzazione di questi progetti nei termini stabiliti? Dalle informazioni che ho potuto raccogliere, mi sembra che si giochi un po’ a scaricabarile. Ritengo necessario – scrive mons. OLiva – che ognuno si prenda la sua parte di responsabilita’ e che si inneschino processi di collaborazione tra le diverse forze politiche ed amministrative locali nell’interesse della nostra terra”.

“Non possiamo arrenderci – continua la lettera del vescovo – di fronte ad iter burocratici snervanti. E’ vero, infatti, quello che sono in tanti a credere, cioe’ che nella nostra terra il nemico numero uno da sconfiggere sia proprio, insieme alla ‘ndrangheta, la burocrazia. E’ vero: la burocrazia uccide. Uccide la speranza dei giovani ed il futuro di una terra gia’ troppo provata. Ma dietro la burocrazia c’e’ l’uomo, che nel suo individualismo si lascia prendere solo dai suoi piccoli interessi e dal suo grande disimpegno per le cose comuni, c’e’ chi non fa bene il suo lavoro e non rispetta gli orari di lavoro (non sottovalutiamo l’assenteismo), c’e’ l’impiegato che siede dietro una scrivania, mentre si accumulano le pratiche in attesa di disbrigo, c’e’ chi per un documento fa aspettare mesi e mesi, chi rimanda ad altro tavolo se non ci sono interessi personali, c’e’ chi concede “per favore ed amicizia” cio’ che e’ dovuto per diritto. Nel nostro territorio – ribadisce – sono troppe le opere che rimangono incompiute. Qui vicino esiste un tracciato stradale, “la Bovalino-Bagnara”, per cui si sono spesi oltre 10 milioni di euro e rimane “vergognosamente” li’ in attesa che qualcuno si accorga ed intervenga. Che fine hanno fatto i finanziamenti stanziati? Questo territorio si sente mortificato”.