Rapina a portavalori nel Cosentino: arrestate due persone

questura-cosenza400Cosenza – Agenti della questura di Cosenza hanno arrestato due persone, ritenute artefici della rapina perpetrata ad un portavalori il 14 dicembre scorso, nei pressi dei centri commerciali di Zumpano (CS). Si tratta di Antonio Fortunato, 47 anni, e Massimo Niro, 48. I malviventi si impossessarono di 102.640 euro.

La dinamica del colpo e i preparativi sono stati ricostruiti dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa. I due uomini, arrestati nella notte, erano arrivati in Calabria il giorno prima della rapina. Si erano fermati a Lamezia Terme (Cz), dove avevano tentato di rubare un’auto, ma il furto era stato sventato dalla proprietaria della vettura. Sono stati percio’ costretti ad utilizzare un’auto riconducibile ad una donna straniera, loro conoscente. Sempre la sera prima del colpo, avvenuto il 14 dicembre scorso, avevano fatto un sopralluogo. Per non lasciare tracce, avevano deciso, come riferito dagli inquirenti, di lasciare l’auto lontano dal luogo seclto per effettuare il colpo. Durante la rapina, un agente libero dal servizio, che si trovava in zona era riuscito ad annotare alcuni numeri della targa dell’auto usata dai malviventi. Da qui si sono poi sviluppate le indagini che hanno portato all’arresto dei due, che abitano a Monza e a Cologno Monzese, ma sono originari del napoletano.
Niro e’ stato bloccato proprio a Milano, mentre Fortunato era stato gia’ arrestato, il 29 febbraio scorso, a Squillace (Cz) dai Carabinieri, che lo avevano trovato a bordo di un’auto rubata, insieme ad un complice e con un borsone in cui erano nascosti due kalashnikov con i numeri di matricola cancellati ed una sessantina di cartucce. In una casa che i due avevano preso in affitto a Lamezia Terme, i militari hanno trovato poi una pistola calibro 9, anche questa con la matricola abrasa. Si pens,a dunque, che si tratti di un gruppo dedito a rapine in tutta Italia, che a Lamezia potrebbe avere una vera base operativa, con tanto di basisti. Le indagini continuano, anche perche’ il bottino non e’ stato ancora recuperato.

Marisa-Manzini-2A suffragare l’ipotesi che i due facciano parte di un’organizzazione ben piu’ complessa c’e’ il fatto che entrambi abbiano a loro carico precedenti specifici, in relazione a diversi episodi analoghi verificatisi in altre regioni. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno effettuato incroci di dati rilevati da tabulati telefonici e accertamenti sui transiti registrati fra le uscite di Cosenza e Lamezia Terme dell’autostrada A3. All’identificazione dei malviventi hanno dato un contributo anche alcune testimonianze raccolte dopo la rapina.
“Pensiamo che si tratti di un’organizzazione che svolge professionalmente questo tipo di attivita’. In questo caso si e’ trattato di una rapina effettuata anche in modo violento”. ha detto Marisa Manzini, procuratore aggiunto di Cosenza. Al riguardo, il capo della squadra mobile cosentina, Giuseppe Zanfini, ha ricordato che l’autoista del mezzo portavalori fu aggredito e disarmato, poi i due rapinatori scapparono. “Adesso – ha detto Zanfini – stiamo lavorando per capire chi li abbia potuti aiutare per il colpo”.

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