Violenza sessuale: Demoskopika, tre le regioni “a rischio”

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Catanzaro – Ben 23 mila casi consumati, quasi 6 mila le vittime minorenni, poco piu’ di 22 mila le persone denunciate e arrestate dalle forze di polizia. Tre le regioni “piu’ violentate” d’Italia: Trentino, Emilia Romagna e Toscana. Tra gli interventi richiesti dagli italiani: pene piu’ severe, misure di protezione per le vittime, aiuto alle donne a non sentirsi in colpa, castrazione chimica e istituzione di un corpo di polizia dedicato. E’ quanto emerge dalla nota scientifica “La mimosa deturpata. Mappa delle violenze sessuali nelle regioni italiane” realizzata dall’Istituto Demoskopika che ha analizzato il quinquennio 2014-2010. Poco meno di 23 mila episodi, di cui uno su quattro con una vittima minorenne. E se Trentino, Emilia Romagna e Toscana – secondo Demoskopika – svettano per i casi di violenze sessuali ogni 100 mila donne residenti, guadagnandosi il drammatico primato delle realta’ regionali “piu’ violentate” d’Italia, Lombardia e Lazio si confermano i territori dove avvengono, in valore assoluto, il maggior numero di reati, rispettivamente 2.935 e 1.640 casi. Rilevante, inoltre, l’attivita’ di contrasto delle forze di polizia che ha portato nella rete delle denunce e degli arresti, nel periodo osservato, oltre 22 mila presunti autori delle violenze. E’ quanto emerge dalla Nota scientifica “La mimosa deturpata. Mappa delle violenze sessuali nelle regioni italiane” realizzata dall’Istituto Demoskopika.
Ben 7 vittime su 10 sono donne italiane. Sono 22.864 gli episodi di violenza sessuale consumati complessivamente in Italia nel quinquennio che va dal 2014 al 2010, in media circa 15 casi al giorno con vittime principalmente le donne di nazionalita’ italiana nel 68% dei casi, seguite dalle romene con il 9,3%, dalle marocchine con il 2,7% e dalle albanesi con lo 0,5%. Il fenomeno ha subito una flessione dell’11,5% dal 2014 al 2010 registrando fortunatamente un decremento di poco meno di 560 episodi di violenza. Analizzando, nel dettaglio, l’andamento si evidenzia un progressivo calo delle violenze nel periodo considerato, eccezion fatta per il 2012 che, al contrario, ha fatto registrare oltre 70 episodi in piu’ con un incremento dell’1,6%. La contrazione piu’ significativa si e’ generata nell’ultimo biennio osservato: 231 casi in meno pari ad una contrazione del 5,1% dal 2014 al 2013. A seguire nell’osservazione del trend, il decremento del 4,3% dal 2012 al 2013 con 201 episodi in meno e, infine, la flessione del 4,1% dal 2011 al 2010 con poco 196 casi in meno. Ogni 4 casi di violenza sessuale in Italia, almeno uno coinvolge sicuramente un minorenne.

Sono 5.722, infatti, gli under 18 complessivamente vittime di violenze sessuali nel nostro paese secondo quanto rilevato dai ricercatori dell’Istituto Demoskopika: 1.031 episodi nel 2014 con un calo del 3% rispetto all’anno precedente, 1.063 casi nel 2013 (-9,9 rispetto all’anno precedente), 1.180 casi nel 2012 (-9.8% rispetto all’anno precedente). Nel 2011, si consumano ben 1.310 violenze sessuali con minorenni vittime facendo registrare un incremento del 15,1% rispetto ai dodici mesi precedenti. Infine, sono stati 1.138 i casi rilevati dalla forze di polizia nel 2010.
Statistiche, numeri ma, soprattutto tragedie personali e drammi familiari generati da un esercito di orchi: ben 22.108 secondo i dati rilevabili dal ministero dell’Interno, oltre 4 mila presunti autori di violenze sessuali scovati, in media ogni anno, da Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e altre forze dell’ordine nella loro intensa attivita’ di contrasto sull’intero territorio italiano.
Denunce ed arresti hanno interessato prioritariamente gli italiani nel 61% dei casi, seguiti da romeni (8,6%), marocchini (6%), albanesi (1,9%) e tunisini (1,3%). In Trentino Alto Adige si sono consumati circa 88 episodi di violenza sessuale ogni 100 mila donne residenti. A seguire l’Emilia Romagna con 79 casi, la Toscana con 78 casi, la Liguria con 75 casi e il Piemonte con 72 casi. Sono queste le regioni italiane dove, standardizzando il dato per avere una “visione piu’ ragionata” del fenomeno, si sono verificati con piu’ rilevanza episodi di violenza sessuale. La mappa del fenomeno in Italia vede, comunque, al di sopra del dato italiano, pari a 64 episodi consumati ogni 100 mila donne residenti, anche Lombardia con 68 casi di violenza sessuale, Valle d’Aosta (67 casi), Abruzzo (66 casi). In linea con la media italiana, Umbria e Lazio. Al di sotto dell’andamento nazionale – sempre secondo Demoskopika – si collocano le rimanenti regioni: Friuli Venezia Giulia e Sardegna (60 casi), Veneto (59 casi), Basilicata (58 casi), Calabria (57 casi), Sicilia (56 casi), Puglia (53 casi) e Marche (52 casi). Le realta’ regionali meno “violentate” risultano Molise e Campania rispettivamente con 48 e con 47 episodi di violenza sessuale registrati nel quinquennio osservato. La regione con il piu’ alto numero di episodi di violenza sessuale risulta la Lombardia con ben 2.935 casi pari al 17,5% dell’intero dato italiano.

Seguono Lazio con 1.640 episodi (9,8%), Emilia Romagna con 1.530 episodi (9,1%), Piemonte con 1.399 casi (8,3%), Toscana con 1.301 casi (7,7%), Veneto con 1.257 casi (7,5%), Sicilia con 1.220 episodi (7,3%) e Campania con 1.162 episodi (6,9%). In queste otto regioni si sono consumati oltre 12 mila reati di violenza sessuale pari al 74% del dato complessivo nazionale. La Puglia che ha fatto registrare 940 casi pari al 5,6% del dato italiano, Liguria con 539 episodi (3,2%), Calabria con 480 episodi (2,9%), Sardegna con 437 casi (2,6%), Trentino Alto Adige con 390 casi (2,3%), Abruzzo con 386 casi (2,3%), Marche con 353 casi (2,1%), Friuli Venezia Giulia con 326 casi (1,9%), e Umbria con 254 episodi (1,5%). A chiudere la classifica Basilicata con 145 episodi rilevati dalle forze di polizia pari allo 0,9% del quadro italiano, Molise con 66 casi (0,4%) e Valle d’Aosta con 37 casi (0,2%). Sono oltre 6 milioni, pari al 12% del campione intervistato, gli italiani che si sono dichiarati favorevoli all’introduzione della castrazione chimica in Italia. Un orientamento trasversale sia per le donne che per gli uomini. E’ quanto emerge dal sondaggio realizzato dall’Istituto Demoskopika che ha coinvolto oltre 800 italiani maggiorenni residenti in Italia. Sembra prevalere, dunque, la linea dura dell’opinione pubblica per coloro i quali si rendono protagonisti di reati legati alla violenza sessuale sulle donne e sui minori. Un orientamento confermato anche da altre due modalita’ di risposta che hanno raccolto ben il 33,1% del campione: 1 italiano su 3 chiede, oltre alla castrazione chimica, pene piu’ severe per gli autori dei reati di violenza sessuale (24,1%) e l’istituzione di un corpo di polizia dedicato alla sicurezza delle donne (9%). Significativi anche altri interventi proposti dai cittadini quali “misure di protezione per le donne che denunciano violenza” (20,2%), “aiutare le donne a non sentirsi in colpa” (12,3%), “creazione e sostegno dello Stato dei centri antiviolenza” (9,8%) e “campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica” (8,9%). Bocciata, al contrario, la linea morbida per chi si macchia di episodi legati all’universo della violenza sessuale. Ad mostrare condivisione per la “riabilitazione di chi ha commesso violenza” solo il 3,6% dei cittadini.