‘Ndrangheta: in atti Dda affermazioni sindaco Rende dimissionario

dda-catanzarolam20-04
Rende (Cosenza) – “Mi hanno lasciato solo sulla strada del cambiamento”. Era il 9 giugno del 2013 quando Vittorio Cavalcanti, sindaco di Rende eletto con i voti del ce ntro-sinistra, si dimetteva prununciando queste parola ai microfoni delle tv locali. Le inchieste giudiziarie della Dda di Catanzaro sull’attivita’ del Comune erano gia’ state avviate e una commissione d’accesso si era insediata per verificare eventuali condizionamenti mafiosi sulla macchina amministrativa. Negli atti dell’inchiesta “the system” della Dda di Catanzaro, che oggi ha portato all’arresto di 10 persone, ci sono anche le dichiarazioni dell’ex sindaco su pressioni subite al fine di agevolare gli elementi del clan Lanzino-Rua’ assunti in alcune societa’ controllate dal Comune. E ci sono anche le testimonianze di funzionari e dipendenti comunali. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento della magustratura il passaggio di alcuni esponenti della cosca Lanzino-Rua’, dalla societa’ “Rende 2000” alla “Rende Servizi”. Tutti, secondo quanto accertato dalla magistratura inquirente, erano a conoscenza dello spessore criminale degli interessati, ma cio’ non avrebbe impedito l’operazione nonostante le obiezioni avanzate da qualcuno. Fra questi, lo stesso ex sindaco Cavalcanti che avrebbe riferito agli inquirenti di aver dato indicazioni al riguardo trovando, pero’, ostacoli nell’apparato comunale.