Panama Papers:Putin,”giornalisti a servizio della Cia”

Panama-Papers
Roma – Vladimir Putin contrattacca e accusa i giornalisti di essere al servizio della Cia; David Cameron si blinda dietro la privacy; Xi Jinping tace, nel piu’ perfetto al quale ci abituati la Cina comunista. Il re e’ nudo, e reagisce come puo’ di fronte agli oltre 11 milioni di documenti che svelano i meccanismi e le transazioni offshore di vip della politica, dello sport e dell’economia che si affidavano allo studio legale Mossack Fonseca per mettere in piedi societa’ in grado di bypassare il fisco.
Per il Cremlino quello partito dal Consorzio di giornalismo investigativo internazionale e’ un attacco ordinato dalla Cia. Vladimir Putin, che nei Papers non figura in prima ma attarverso il suo cerchio magico nel quale e’ cruciale i ruolo dell’amico violoncellista Serghei Rodulgin, “il bersaglio principale”. E’ Dmitri Peskov, il portavoce di Putin, a parlare: nel mirino, afferma, sono “la nostra stabilita’ e alle imminenti elezioni”, per i successi conseguiti in Siria che si tenta di oscurare. “Questa cosiddetta comunita’ giornalistica”, vale a dire l’International Consortium of Investigative Journalism responsabile dello scoop, “la conosciamo bene”, ha aggiunto. Anzi, ha rincarato la dose Peskov, “ci sono un sacco di giornalisti la cui professione principale e’ improbabile sia il giornalismo: un mucchio di loro”, ha denunciato, “sono ex funzionari del Dipartimento di Stato americano, della Cia e di altri servizi speciali”. Nei Papers, pero’, compare anche il nome di un acerrimo nemico di Putin, quel Petro Poroshenko, presidente ucraino, che oggi ha tenuto a sottolneare di non aver commesso “alcuna negligenza” e che lui e’ mil primo alto rappresentante dello Stato “a pagare le tasse e dichiarare i propri patrimoni”. A Londra ci pensa Downing Street a minimizzare la posizione di David Cameron, rimandando al padre Ian, scomparso nel 2010, la responsabilita’ di aver trasferito capitali all’estero. Il nome di Cameron padre nei documenti e’ “un affare privato”, fanno sapere dall’esecutivo, cioe’ da Cameron figlio. Fonti vicine al primo ministro hanno anche sottolineato come le accuse nei confronti di Ian Cameron fossero gia’ state lanciate nel 2012, venendo pubblicate un po’ da tutti i giornali e soprattutto dall’Independent, e che quindi ora, per quanto riguarda i documenti trapelati, non si tratterebbe di nulla di nuovo.

Le rivelazioni non sembrano finte, e il loro andamento ricorda quello di Wikileaks, l’affaire che fece tremare le diplomazie del mondo con la puubblicazione dei cablo riservati delle ambasciate americane sul pianeta. In serata al suddeutsche Zeitung, il quotidiano tedesco che ebbe la soffiata sui Papers e la condivise con altri quotidiani, ha fatto sapere che “almeno 28 banche tedesche hanno fatto ricorso quest’anno ai servizi della panamense Mossack Fonseca”. Molti gli istituti coinvolti, anche molto grandi: la Deutsche Bank, prima banca del paese avrebbe “utilizzato fino al 2007 piu’ di 400 societa’ offshore”, Commerzbank, Dresdner bank e BayernLB. Diverse le banche regionali che si sono rivolte alla societa’ panamense. Le banche chiamate in causa hanno tutte dichiarato di “aver cambiato la loro politica negli ultimi anni”. “Riconosciamo totalmente l’importanza di questa questione – ha fatto sapere Deutsche Bank – “abbiamo migliorato le nostre procedure di accoglienza dei clienti e le verifiche sulle persone con cui facciamo affari”. Il governo di Berlino si attende che la rivelazione dei Panama Papers possa “dare un contributo alla lotta contro la frode fiscale e il lavaggio del danaro”. In Italia fonti vicine a Luca Cordero di Montezemolo, il cui nome e’ stato fatto a proposito dei Papers, sottolineano che “ne’ Montezemolo, ne’ la sua famiglia possiedono alcuna societa’ offshore”.
Le procure europee si muovono con imbarazzo piu’ che con lentezza. Quella francese per i reati finanziari ha annunciato l’apertura di un’inchiesta preliminare per ‘riciclaggio aggravato ed evasione fiscale’. In una nota i magistrati sottolineano come i dati riservati resi noti da un pool giornalistico siano “suscettibili di riguardare persone con domicilio fiscale in Francia”, e di pregiudicarne di conseguenza i “contribuenti”. Indagini e procedimenti sulla vicenda erano stati assicurati in precedenza dallo stesso presidente Francois Hollande. Cosi’ anche la procura spagnola.
In tanti si chiedono il motivo dell’assenza di clienti americani della Fonseca. Per adesso si sa slo che il Dipartimenti di Giustizia Usa sta “esaminando” le informazioni pubblicate nei cosiddetti Panama Papers. “Siamo consapevoli delle pubblicazioni e le esamineremo”, ha detto il portavoce, Peter Carr, aggiungendo che “non possiamo fare commenti su elementi specifici contenuti nei documenti, ma il Dipartimento di Giustizia prende molto sul serio” tutte le questioni che possano avere “un collegamento con gli Stati Uniti e il sistema finanziario americana”.