Mala Sanitas: Procura nessun ritardo nelle indagini

conf-mala-sanitaReggio Calabria – “Le indagini che hanno condotto all’arresto di quattro medici ed all’applicazione di una misura interdittiva nei confronti di altri sette sanitari, sono state avviate nel maggio 2014, a seguito del deposito dell’informativa redatta dalla Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Tributaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, avvenuto il 28 maggio 2014”, lo precisa la Procuratore della Repubblica dei Reggio Calabria spiegando che “nella citata informativa, la Polizia Giudiziaria comunicava gli esiti dell’attività di riascolto e trascrizione delle conversazioni intercettate nell’originario procedimento, risalente all’anno 2010, nell’ambito del quale si procedeva per il solo reato di associazione mafiosa, da parte di magistrati già titolari di altre indagini complesse, che hanno trovato sfogo in numerosi dibattimenti, alcuni dei quali ancora in corso”. Per la Procura di Reggio “va anche evidenziato che, in relazione alle intercettazioni riguardanti la ‘Ndrangheta, la Guardia di Finanza ha depositato gli sviluppi investigativi, confluiti in una complessa informativa”. La Procura inoltre rende noto che “consegnata l’informativa del 28 maggio 2014 nelle mani del Procuratore della Repubblica, per la delicatezza e l’urgenza della trattazione dei temi di indagine, la stessa è stata immediatamente assegnata all’allora Procuratore Aggiunto Ottavio Sferlazza ed al Sostituto Procuratore Annamaria Frustaci, che hanno provveduto all’iscrizione della stessa nel registro delle notizie di reato, in data 31 maggio 2014, curando lo svolgimento delle attività investigative necessarie: alla generalizzazione dei medici e dei sanitari a vario titolo coinvolti nelle vicende delittuose; alla ricognizione dei fascicoli relativi a vicende di colpa medica che interessavano i reparti di Ostetricia e Ginecologia e di Neonatologia, pendenti tra il 2010 ed il 2014, alla riapertura delle indagini nei fascicoli eventualmente archiviati, nonché alla successiva riunione dei singoli episodi criminosi nell’ambito di un procedimento unitario; alla identificazione delle persone offese; all’acquisizione dei decreti autorizzatori delle intercettazioni captate nel procedimento D.D.A”. Nel ricostruire l’attività investigativa da parate della Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria spiega, inoltre, che “dopo pochi mesi, in data 13 ottobre 2014, il fascicolo di indagine veniva trasferito al registro delle notizie di reato a carico di soggetti noti e riunito ai fascicoli più risalenti iscritti e/o riaperti nel 2014. Successivamente – prosegue la Procura – veniva disposta la coassegnazione del fascicolo al Sostituto Procuratore Roberto Di Palma, già titolare di alcuni dei procedimenti riuniti. Avendo preso possesso il Procuratore Aggiunto Gaetano Paci – ed essendo stato il coordinamento della fascia Tirrenica della DDA affidato al dott. Sferlazza e quello del settore ordinario al dott. Paci – quest’ultimo è succeduto al primo nella coassegnazione”. La nota del procuratore fa rilevare che “proseguiva lo sviluppo investigativo con l’intercettazione delle utenze telefoniche dei sanitari indagati, l’attività di perquisizione delle Unità Operative interessate ed il sequestro delle cartelle cliniche delle gestanti e dei neonati l’escussione delle vittime degli episodi di mala sanità e dei loro congiunti.
Da ultimo, si procedeva al conferimento dell’incarico ad una equipe medica composta da cinque esperti, in ragione della complessità del’incarico e delle conoscenze specialistiche richieste.
L’elaborato peritale veniva depositato nel luglio del 2015, mentre già in precedenza – nel maggio 2015 – la Guardia di Finanza depositava i verbali di trascrizione integrale delle conversazioni, già per esteso riportate nell’informativa di reato del 28 maggio 2014.
Infine, tra l’agosto e l’ottobre del 2015, la Polizia Giudiziaria completava – su delega dei sostituti procedenti – le attività di generalizzazione di altro personale sanitario, il cui coinvolgimento era emerso successivamente all’esito delle indagini.
Al termine delle investigazioni – durate complessivamente un anno e mezzo – nel dicembre 2015, veniva depositata la richiesta cautelare accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Tale ricostruzione specifica dell’evoluzione dell’indagine, conclude la nota, è resa pubblica al fine di dare massima trasparenza all’azione della Procura della Repubblica e delle Forze dell’Ordine, che hanno operato senza “ nulla nascondere nel cassetto”, sia nella precedente che nell’attuale gestione del fascicolo”.

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