A/3: tratto sequestrato in Calabria, indagate 21 persone

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Vibo Valentia – Sono in totale 21, fra progettisti e titolari delle ditte che hanno eseguito i lavori, gli indagati dell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia e della Guardia di Finanza, che stamane ha portato al sequestro dell’autostrada A/3 nel tratto compreso fra Mileto (Vv) e Rosarno (Vv). Si tratta di Gregorio Cavalleri, di Dalmine (Bg); Vincenzo Musarra, nato a Palermo ma residente a Verdello (Bg); Marco Angelo Broso, di Sergnano (Cr); Maurizio Aramini, di Taurianova (Rc), ma residente a Roma; Gianfranco Vasselli, di Viareggio (Lu), residente a Roma; Angelo Dandini di Anagni (Fr); Fabrizio Tragna, di Agrigento, residente a Palermo; Settimio Branchi di Roma; Giovanni Parlato, di Salerno, residente a Roma; Paolo Campanella di Castelluccio Inferiore (Pz); Marcello Ranalli di Giulianova (Te); Carla Rota di Alme’ (Bg); Alessandro Rossi, di Castiglion Fibocchi (Ar); Dino Laporini, di Filattiera (Ms); Giovanni Fiordaliso, di Reggio Calabria; Consolato Cutrupi, di Reggio Calabria; Salvatore Bruni, di Catanzaro; Francesco Caruso, di Cosenza; Antonio Cannata’, di Cinquefrondi (Rc); Pietro Lo Faro, di Decollatura (Cz); Maria Stella Orecchio (44 anni) di Soriano Calabro (Vv).
Gli indagati sono accusati di diverse irregolarita’ nell’esecuzione delle opere. I reati, a vario titolo ipotizzati, vanno dalla truffa al disastro doloso.

Il sequestro, secondo quanto reso noto dagli inquirenti durante una conferenza stampa, rappresenta un primo sviluppo di un’indagine riguardante la progettazione e all’esecuzione dei lavori per l’ammodernamento del Tronco autostradale interessato, al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Gli indagati – funzionari Anas, professionisti ed imprenditori – devono rispondere, a vario titolo, dei reati di disastro doloso, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode in pubbliche forniture, sub-appalto non autorizzato, falso materiale ed ideologico e abuso d’ufficio. Tecnici e funzionari responsabili della progettazione avrebbero omesso di sottoporre il progetto relativo alla realizzazione dei viadotti sul fiume Mesima, corredato da uno specifico ed aggiornato studio idraulico (essendo gli elaborati progettuali risalenti al 1999) redatto secondo le norme di attuazione del piano di assetto idrogeologico, al parere dell’Autorita’ di Bacino della Calabria, in considerazione dell’interferenza del nuovo tracciato autostradale con il Fiume Mesima, tra gli svincoli di Serra (VV) e Rosarno (RC). Il progetto esecutivo dei lavori sarebbe stato dichiarato valido e cantierabile nonostante i dati in possesso documentassero l’esistenza, sulla zona di interesse, del massimo grado di rischio idrogeologico (R4). La mancata acquisizione dei pareri previsti in caso di lavori in aree a rischio idrogeologico avrebbe portato alla realizzazione di strutture inadeguate rispetto all’attuale situazione idrica/idraulica del fiume Mesima e, soprattutto, alla mancata predisposizione di opere di difesa contro lo scalzamento dei viadotti autostradali. I lavori eseguiti avrebbero, inoltre, determinato le condizioni per il verificarsi di fenomeni di esondazione del Fiume Mesima, con conseguente inondazione delle strade attigue, a fronte di fenomeni atmosferici importanti come quelli verificatisi il 23 e 24 marzo scrtosi. Il provvedimento di sequestro e’ stato adottato, in via d’urgenza, dalla Procura della Repubblica in considerazione della necessita’ di intervenire “sia per la risoluzione dell problematiche emerse eliminando il pericolo concreto e attuale di esondazione del fiume Mesima”, sia per evitare il loro aggravarsi. Il provvedimento della Procura non prevede la chiusura del traffico autostradale.

 

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