Trasporti: Biondo (Uil),” bene Regione ma non basta”

santo-biondo-uil-2707Catanzaro – “La proposta varata dal governo regionale, finalizzata ad accorciare i tempi di collegamento fra la Calabria e Roma, e’ un primo passo di una strategia che deve puntare a togliere la Calabria dal suo atavico isolamento e a collegarla, in tempi europei, al nodo strategico romano. Quella annunciata dal governo regionale, pero’, non deve essere l’unica operazione per il rilancio di un settore strategico per il futuro della nostra terra”. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, che aggiunge: “la Calabria e i calabresi, infatti, stanno aspettando il progetto giusto per dare una risposta concreta, moderna ed efficiente alla necessita’ di mobilita’ di un territorio che e’ sempre stato troppo lontano dal resto della nazione. Intanto, e’ necessario spingere su Trenitalia per ottenere un’implementazione ed un miglioramento strutturale del servizio di collegamento fra la Calabria e la Capitale. Piu’ convogli in partenza e treni piu’ moderni, sono queste – secondo Biondo – alcune delle priorita’ da perseguire. Un altro asse strategico deve essere l’ammodernamento e il potenziamento della tratta ionica. A queste, poi, deve accompagnarsi una politica che punti al contenimento dei costi del titolo di viaggio. Non bisogna mai dimenticare che il rilancio di questo settore passa in maniera ineluttabile dalla programmazione di nuovi investimenti sulle infrastrutture esistenti e sulla concreta realizzazione della tratta ad alta velocita’ ed alta capacita’ fra la citta’ dello Stretto e quella partenopea. Come da noi ribadito, dal palco della Fondazione Terina a Lamezia Terme, alla presenza del nostro segretario generale Carmelo Barbagallo, senza il Sud non riparte nemmeno il Paese. Per smuovere il Mezzogiorno dalla palude di una crisi senza fine e’ necessario affrontare e risolvere la problematica delle infrastrutture. E’ necessario migliorare le condizioni di accesso al Sud, in particolare della Calabria. Fino ad oggi il governo nazionale su questi aspetti ha fatto poco e, la regione e la deputazione parlamentare calabrese non sono riusciti a far cambiare questo trend negativo. Solo l’apertura verso il mondo riuscira’ a rimettere in moto la macchina dello sviluppo economico, sociale e culturale del nostro territorio. Nel sottosviluppo – si legge infine – a pagare sono soprattutto le fasce piu’ deboli della popolazione: giovani, pensionati e disoccupati”.