Mafie: amministratori minacciati in marcia, “fare proprio dovere”

masini-paoloRoma – “Ci auguriamo che, otre alle tante adesioni, l’Italia si unisca il 24 giugno come quando c’e’ una ferita. E’ una Grande scommessa di Avviso pubblico per dare voce ai tanti amministratori minacciati, un fenomeno purtroppo sempre crescente”. Lo ha affermato, nel corso della conferenza stampa per la prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, che si terra’ il 24 giugno, Paolo Masini, vicepresidente di Avviso Pubblico. La Conferenza stampa e’ stata aperta con un tributo Pina Maisano Grassi, vedova scomparsa ieri di Libero Grassi, imprenditore ucciso da cosa nostra per le sue battaglie antiracket. Il sindaco di Polistena, dove si terra’ la marcia, ha rivolto una “esortazione a prendere parte ma anche a far parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie. La mafia, la ‘ndrangheta non sono state sconfitte e questa marcia ha un significato importante, quello di non lasciare soli chi lotta contro le mafie”. Don Pino Demasi, referente Libera in Calabria, ha sottolineato: “La situazione reale del contesto in cui viviamo nella piana di Gioia Tauro e’ di illegalita’ diffusa e ha fatto si’ che chiesa ed istituzioni locali si trovassero insieme nella stessa battaglia. Fare il proprio dovere significa urtare la sensibilita’ degli altri”. Per Michele Albanese, cronista sotto scorta e responsabile Legalita’ della Fnsi, “l’aggressione a chi fa il proprio lavoro, siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall’impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli piu’ integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalita’. Questo rischia di impoverire la classe dirigente ad ogni livello”.