San Ferdinando (Reggio Calabria), 8 giu. – Le tende blu della Protezione civile sono raddoppiate nel tempo, con nuove baracche costruite per contenere le centinaia di migranti che nella Piana di Gioia Tauro lavorano nei campi per pochi euro al giorno. Un contesto di degrado e abbandono, nel quale l’ennesima lite tra alcuni ospiti della struttura ha lasciato a terra un morto e cinque feriti.
San Ferdinando e Rosarno, nel Reggino, si dividono questo fazzoletto di terra dove stamani e’ morto Sekine Traore, immigrato di nazionalita’ malese di 27 anni. Contro di lui ha sparato un carabiniere, allertato poco prima per una rissa in una delle baracche allestite con mezzi di fortuna per mettere in piedi una sorta di bazar. E’ qui che il giovane malese avrebbe avuto una violenta lite con altri due migranti, pare per una sigaretta, chiesta o rifiutata, poi per il furto di un borsello. Qualcuno ha allertato i carabinieri e sul posto e’ giunta una pattuglia dell’Arma, coadiuvata da una della polizia. Secondo la Procura di Palmi, pero’, il ventisettenne aveva impugnato un coltello da cucina con lama seghettata, mentre i militari avrebbero tentato di “parlare con il cittadino maliano, rassicurandolo e cercando di riportarlo alla calma; questi tuttavia, in evidente stato alterazione psicofisica – spiega la Procura – continuava a brandire il coltello, colpendo con dei fendenti ripetutamente le pareti della tenda, e, con fare deciso e minaccioso, cercava di attingere chiunque gli si avvicinasse”.
Inutili i tentativi dei carabinieri che, come ha evidenziato la Procura di Palmi, avrebbero tentato “di evitare lo scontro fisico”, dovendo pero’ fare i conti con i tentativi di aggressione del giovane che improvvisamente sarebbe riuscito a ferire con un fendente un militare al viso, vicino ad un occhio, quindi avrebbe cercato nuovamente di colpirlo. E’ a quel punto che il carabiniere ha estratto la pistola ed ha esploso un colpo che “nella concitazione degli eventi – spiega la Procura – attingeva il Traore all’addome”. L’immigrato e’ stato soccorso e trasportato in ospedale, ma e’ morto dopo alcune ore, mentre cinque operatori delle forze di polizia hanno riportato lesioni varie. Il procuratore di Palmi, Ottavio Sferlazza, ha evidenziato, dopo un sopralluogo nel campo, che il carabiniere ha sparato per difendersi: “Il contesto e la dinamica di quanto accaduto – ha spiegato – autorizzano a pensare, pur con tutte le cautele del caso e senza voler anticipare alcuna conclusione, che possa delinearsi una legittima difesa”. Sul corpo del giovane e’ stata, comunque, disposta l’autopsia per accertare ulteriori elementi utili alle indagini.