Bangladesh: tra domani e mercoledi’ rientro salme in Italia

strage-dacca-italianiRoma  – E’ previsto tra domani sera e mercoledi’ il rientro in patria delle salme dei nove italiani che hanno perso la vita nell’assalto di un commando di terroristi in un ristorante di Dacca, in Bangladesh. I corpi, su disposizione del pm Francesco Scavo, saranno poi portati al Gemelli per l’esame autoptico. Il magistrato, a breve, sollecitera’ tramite rogatoria internazionale alle autorita’ del Bangladesh copia degli atti dell’inchiesta sull’attacco terroristico e potrebbe anche chiedere di poter interrogare chi e’ stato arrestato dalle autorita’ locali in relazione a questa strage. Non appena sara’ possibile, poi, la Procura di Roma acquisira’ anche le dichiarazioni di Gian Galeazzo Boschetti, il marito di Claudia D’Antona, l’imprenditrice rimasta uccisa nell’agguato, salvatosi per un puro miracolo. Negli ambienti giudiziari di piazzale Clodio, infine, si sottolinea che allo stato non sono emersi elementi investigativi per poter affermare che i terroristi hanno preso di mira quel ristorante sapendo che era frequentato da cittadini di nazionalita’ italiana. La circostanza, riportata da alcuni organi di stampa, non e’ stata confermata dagli inquirenti.

Bangladesh: a Dacca la commemorazione delle vittime della strage
Dacca-commemorazioneLa premier bengalese, Sheikh Hasina, ha presieduto a Dacca l’omaggio in memoria dei 20 ostaggi, 9 dei quali italiani, e dei due poliziotti rimasti uccisi nell’attacco terrorista a un ristorante della capitale.
L’evento, tenuto nello stadio militare della zona di Banani, e’ iniziato intorno alle 10 ora locale, quando in Italia erano le 6 di mattina. Hasina ha rivolto un saluto ai familiari delle vittime (presenti solo i bengalesi) e ai rappresentanti dei Paesi di origine: per l’Italia c’era l’ambasciatore Mario Palma. Quindi la premier ha deposto una corona di fiori su un piccolo palco allestito in onore dei morti, con le bandiere del Bangladesh e degli altri quattro Paesi coinvolti (Italia, Giappone, India e Stati Uniti).
Hasina, circondata da enormi misure di sicurezza, ha lasciato lo stadio subito dopo. Quindi i rappresentanti diplomatici e i familiari delle vittime hanno reso omaggio ai 9 italiani, 7 giapponesi, lo statunitense e l’indiana rimasti uccisi. Le salme dei due poliziotti sono gia’ state sepolte.
L’aereo della presidenza del Consiglio che dovra’ riportare in Italia i feretri dei nove italiani e’ giunto domenica a Dacca. A bordo, personale di Palazzo Chigi e rappresentanti dell’Unita’ di Crisi della Farnesina, che proprio in queste ore stanno definendo le modalita’ e i tempi del rimpatrio delle salme. Il viaggio di ritorno avverra’ quando saranno risolte le questioni burocratiche e le formalita’ medico-legali (forse nella notte tra martedi’ e mercoledi’). “I preparativi proseguono, noi speriamo che possa avvenire il prima possibile”, ha confermato l’ambasciatore ai microfoni di Rai News 24, senza pero’ dare maggiori dettagli. Il diplomatico ha invitato “riflettere e indagare a fondo per avere tutti gli elementi che consentano di capire la dinamica dell’attacco: come e’ stato preparato, chi sta dietro, quale ambiente lo abbia generato”. Palma ha ricordato che i terroristi erano tutti giovani di buona famiglia, che avevano studiato in una delle migliori universita’ di Dacca. “In queste ore -ha aggiunto il diplomatico- nelle interviste agli amici bengalesi, ho voluto ribadire l’importanza primaria dell’istruzione per combattere l’ideologia dell morte”. Tra qualche ora si terra’, sempre a Dacca, una cerimonia religiosa con il nunzio apostolico.

Bangladesh: 3 fermati per strage, tra loro docente universitario
Sono tre i fermi effettuarti dalla polizia bengalese per la strage di Dacca, e ta loro vi e’ quello di un docente universitario. Due dei fermati sono in cattive condizioni di salute. La polizia, riferisce il quotidiano The Hindu, ha affermato che saranno interrogati non appena le loro condizioni lo consentiranno. “Uno e’ in ospedale, un altro in custodia”, ha spiegato. Nelle ore successive all’attentato, il premier bengalese, Sheikh Hasina, e l’esercito avevano reso noto che uno dei terroristi era stato catturato vivo proprio sul luogo dell’attentato. Ma l’identita’ della persona arrestata non e’ stata ancora rivelata. Tra i fermati vi e’ Hasnat Karim, docente universitario della North University, che in alcune foto e’ ripreso mentre era sul terrazzo del ristorante in compagnia di due membri del commando durante il sequestro.
Bangladesh: 2 ex ostaggi sono ancora trattenuti da polizia
Due dei clienti del ristorante di Dacca, rimasti per ore ostaggi dei terroristi, e poi liberati nel raid delle ‘teste di cuoio’ bengalesi, sono ancora in stato di fermo perche’ la polizia sta verificando le loro dichiarazioni.
Dopo il raid militare all’Holey Artesan Bakery, almeno 27 persone, tra le quali gli ostaggi liberati, sono stati portati via dalla polizia per essere interrogati. Una fonte ha detto al portale bdnews24.com che almeno due ostaggi sono stati trattenuti: sono Tahmid Hasib Khan e Hasanat Reza Karim, ex insegnante alla North South University, la prestigiosa facolta’ frequentata dai giovani rampolli della elite bengalese, ammaliati dal jihadismo e autori della strage. Tahmid, 22 anni, appena rientrato dal Canada, figlio di un uomo d’affari bengalese, era andato nel locale insieme a un gruppo di amici. Karim, almeno a sentire le testimonianze dei parenti alla polizia, era andato nel locale con moglie e due figli per festeggiare il compleanno di una dei due.

Bangladesh: giallo sul pizzaiolo ucciso, vittima o basista?
La polizia bengalese sospetta che il commando di terroristi che ha seminato la morte in un ristorante di Dacca, venerdi’ notte, possa aver avuto un basista. I familiari del 40enne Saiful Choukidar, pizzaiolo del locale, stanno ancora attendendo che le autorita’ consegnino loro la salma, custodita all’obitorio dell’ospedale militare. Ma subito dopo l’attentato, le autorita’ hanno diffuso le immagini di cinque terroristi uccisi all’Holey Artisan Bakery ed uno di loro era Saiful. La polizia ha fornito la foto con accanto un nome di battaglia, Akash.
Il giallo presenta molti enigmi. Alcuni testimoni e ostaggi tratti in salvo hanno raccontato che cinque dei sei terroristi uccisi erano piu’ o meno ventenni, tutti vestiti in modo casual. La polizia ha fornito i nomi e le foto di cinque attentatori: Akash, Bikash, Don, Badhon e Ripon. Durante l’operazione, pero’, sono stati uccisi sei terroristi mentre di un altro, ferito e catturato, non si conosce l’identita’. Le foto diffuse dalla polizia mostrano il cadavere di Saiful che indossa la sua divisa bianca da chef. A insospettire e’ il fatto che il profilo di Saiful, bengalese e musulmano, corrispondeva a quello delle persone risparmiate dal commando, mentre lui e’ morto. Tra le foto degli attentatori diffuse dall’Isis, peraltro, la foto di Saiful non e’ presente. Secondo di cinque figli, Saiful aveva lavorato per 10 anni in Germania e poi era tornato in Bangladesh, facendo vari lavori e poi era stato assunto al ristorante nel lussuoso quartiere delle ambasciate, dove ha trovato la morte. Uno dei suoi fratelli, piu’ giovane, e’ emigrato e lavora in Malaysia. I giornalisti locali che sono andati a visitare il suo villaggio di origine, Jolukathi, hanno trovato la moglie, Sonia Akter, 27 anni, incinta, insieme con le due figlie, di 10 e 7 anni. Tutti disperati, mamma compresa.
Visitando il personale militare ferito all’United Hospital a Gulshan, domenica pomeriggio, il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan, ha detto ai giornalisti che stanno ancora lavorando all’identita’ dei terroristi.
La famiglia smentisce ogni tipo di radicaliazzazione del congiunto. Un cugino di Saiful, Titu Dewan, ha raccontato che “era un brav’uomo”. “Viveva serenamente con la moglie e le due figlie, in attesa del terzo. Nessuno si era mai lamentato di lui nei villaggio”. E uno dei proprietari del ristorante, Ali Arsalan, ha smentito anche lui ogni coinvolgimento: “Era un dipendente sereno, non abbiamo mai notato nulla di negativo in lui. Venerdi’ pomeriggio, sono andato a prendere una pizza, e mi ha detto che c’era bisogno di assumere altri pizzaioli perche’ la richiesta era in aumento”. Arsalan ha anche aggiunto che c’erano 20/25 dipendenti nel locale al momento dell’attacco.