Inchiesta “Acqua chiara” a Crotone, le accuse ai 15 indagati

Crotone-Gdf-Caserma-24Crotone – Bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, abuso d’ufficio, distrazione di fondi pubblici: sono le accuse contestate a vario titolo a quindici amministratori della Soakro spa, la societa’ mista pubblico-privata che gestiva i servizi idrici e depurativi nella provincia di Crotone prima di essere dichiarata fallita dal Tribunale di Crotone nel gennaio di quest’anno. Accuse contenute nell’avviso di conclusione delle indagini notificato questa mattina dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Crotone che quella indagine l’hanno condotta su impuslo della Procura della Repubblica di Crotone facendo le pulci alla situazione economico-finanziaria dell’azienda a partire dal 2010 fino alla data del fallimento. In particolare gli investigatori delle fiamme gialle hanno iniziato le loro verifiche per accertare l’aderenza alla normativa sui contratti pubblici dei lavori finanziati con fondi “FESR 2007-2013” ma man mano si sono imbattuti su una serie di violazioni come le false comunicazioni sociali. In sostanza Soakro avrebbe iscritto in bilancio alcune note di accredito per somme asseritamente vantate verso Sorical, la societa’ regionale delle acque, allo scopo di coprire le ingenti perdite di esercizio ed evitare cosi’ la revoca dell’affidamento del servizio da parte dei Comuni che componevano la base sociale dell’azienda.

Per quanto riguarda la bancarotta fraudolenta gli inquirenti ritengono che, nel corso degli anni dal 2010 al 2015, la societa’ Soakro abbia posto in essere una serie di condotte che hanno generato un aumento dell’esposizione debitoria complessiva per oltre 50 milioni di euro, contabilizzando “false” note di accredito da ricevere ed esponendo “crediti inesistenti”, il tutto con lo scopo di mascherare, attraverso falsi bilanci, la profonda voragine che si era creata nei conti della societa’, che nel frattempo ha continuato a ricevere finanziamenti pubblici. L’operazione ‘Acqua chiara’, nome in codice dell’attivita’ della Guardia di finanza, ha evidenziato anche reati di abuso d’ufficio in particolare per consulenze, affidamento lavori e gestione dei fondi. I dirigenti sono accusati inoltre di aver distratto fondi pubblici ricevuti da progetti cofinanziati dall’Ue per 710.485 euro, di aver conferito incarichi di consulenza per oltre 200 mila euro che dovevano essere affidati con evidenza pubblica, di aver sostenuto spese per manutenzioni alla rete idrica per 18.818 euro affidando i lavori ad un’azienda il cui Durc non era valido. E infine di aver distratto somme per 541.933 euro conferendo, tra il 2011 e il 2015, un incarico di consulenza privo di qualsiasi ragione economica, in quanto i relativi compensi sono stati erogati nei confronti di una societa’ il cui amministratore, sulla base dell’attivita’ ispettiva eseguita, e’ risultato aver svolto funzioni di amministratore “di fatto” della Soakro. I compensi in questione ammontano a 470.738 euro.

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