Migranti: Sprar, 29mila accolti nel 2015; coinvolti 800 comuni

migranti-07-06Roma – Nel 2015 sono stati 29.761 gli accolti nei progetti Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: 21.613 i posti disponibili con una rete di 376 enti locali per circa 800 comuni coinvolti. Sono alcuni dei numeri contenuti nell'”Atlante Sprar” 2015, il Rapporto annuale del Sistema presentato stamane a Roma. Dei 430 progetti finanziati, 348 sono stati destinati a richiedenti e titolari di protezione internazionale ordinarie, 52 all’accoglienza di minori non accompagnati e 30 all’accoglienza di persone con disagio mentale e disabilita’ fisica. Oltre il 40% delle presenze si e’ concentrato nel Lazio (22,4% del totale nazionale con 2.500 posti su Roma) e in Sicilia (20,1%), seguite da Puglia (9,4%) e Calabria (8,9%). Nelle restanti regioni la presenza delle persone accolte e’ al di sotto del 6%. Lazio, Sicilia, Puglia e Calabria sono i territori con la maggiore capienza dello Sprar: il numero complessivo dei posti raggiunge il 62,9% del totale.

Con riferimento al titolo di soggiorno, emerge che il 58% e’ richiedente protezione internazionale, il 10% ha ottenuto lo status di rifugiato, il 13% di protezione sussidiaria, il 19% e’ titolare di protezione umanitaria. Il quadro delle nazionalita’ e’ in linea con quello dell’anno precedente: nella ‘top ten’ figurano Nigeria (15,2%), Pakistan (12,5%), Gambia (12,2%), Mali (10,6%), Afghanistan (10,1%), Senegal (6,2%), Somalia (4,9%), Eritrea (3%), Ghana (2,9%) e Bangladesh (2,8%). I beneficiari di sesso maschile sono passati dall’83,6% del 2013 all’88% dell’anno passato mentre le beneficiarie nel 2015 rappresentano il 12%. Quanto agli accolti catalogati come ‘rientri di Dublino’ si e’ trattato complessivamente di 966 persone rimandate in Italia prevalentemente da Svezia (13,9%), Svizzera (11,3%), Norvegia (10,9%), Germania (9,8%) e Paesi Bassi (6,1%). Sempre nel corso del 2015 il numero di minori stranieri non accompagnati accolti nei progetti dello Sprar sono 1.640, quasi tutti maschi (99,8%). Oltre la meta’ (52,7%) risulta neomaggiorenne al momento della rilevazione; il 45,8% e’ compreso nella fascia tra i 15 e i 17 anni; l’1,3% ha tra i 12 e i 14 anni e lo 0,2% tra i 6 e gli 11 anni. I dati evidenziano un livello di scolarizzazione medio-alto degli accolti. Se l’istruzione elementare si attesta sul 37%, quasi il 50% possiede un livello di formazione scolastico/universitaria: il 22% ha la licenza media, il 19% quella superiore, il 7% un titolo di studio universitario. La modalita’ prevalente di ingresso in Italia delle persone accolte nello Sprar resta quella via mare attraverso uno sbarco (75,5%), seguita dall’attraversamento di una frontiera terrestre (11,3%) e di una frontiera aeroportuale (5,9%): nel 2015 la rotta balcanica occidentale ha raggiunto il primato che fino a qualche anno fa era appannaggio delle rotte del Mediterraneo centrale.

Nel corso del 2015 i progetti Sprar hanno erogato 259.965 servizi riguardanti principalmente l’assistenza sanitaria (20,7%), la formazione (16,6%), le attivita’ multiculturali (15%), l’alloggio (14,9%), l’istruzione-formazione (10,9%), l’inserimento scolastico dei minori (9,5%). Rispetto al 2014 – spiegano gli autori del Rapporto – il quadro si rivela “notevolmente mutato: ad eccezione dell’assistenza sanitaria, che rimane stabilmente la prima prestazione, nel 2015 cresce la rilevanza delle attivita’ volte all’inserimento socio-lavorativo”. Il che “puo’ essere interpretato come il segnale di un’accoglienza che, nonostante il permanere di un contesto italiano e internazionale complesso e caratterizzato da una difficile gestione dei flussi migratori, sta lentamente abbandonando il carattere emergenziale arrivando a strutturare e consolidare un sistema capace di fare meglio fronte ad afflussi costanti e consistenti”. L’apprendimento della lingua italiana continua a rappresentare un obiettivo prioritario del progetto di accoglienza: l’85% dei progetti realizza per ciascun beneficiario corsi di apprendimento per 10 o piu’ ore settimanali. Tra i settori professionali nei quali si registrano invece i maggiori inserimenti lavorativi figurano al primo posto ristorazione e turismo (per circa il 60% dei progetti), davanti ad agricoltura e pesca (circa 40%) e servizi alla persona (30%).